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Matteo Renzi e Avanti, molti nemici molto onore?

Avanti, Renzi

La storia insegna che non vi è mai molto onore nell’avere molti nemici. Soprattutto in politica è sciocco andarseli a cercare. Nelle anticipazioni del suo libro – che ormai sembra diventato un best seller anche se non è ancora uscito il libreria – di bravate se ne scopre una al giorno. L’ultima è stata una battuta infelice sul silenzio di Enrico Letta (che ha risposto per le rime con parole che hanno schioccato come una frustata: “disgusto” e “distanza”). Non ha avuto proprio senso prendersela con una persona nei confronti della quale Renzi ha consumato una grave scorrettezza (in politica non esistono i tradimenti) e che, per reazione, ha abbandonato il campo, cambiando mestiere ed arrivando persino a votare sì nel referendum “ammazzacostituzione”.

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Ben al di là delle bufale contenute nel libro “Avanti”, lascia di stucco che Renzi abbia sconfessato il suo ex ministro Padoan, proprio quando si stava facendo in quattro per ricucire i rapporti con la Commissione della UE in vista delle esigenze della prossima legge di bilancio. Per fortuna, questa volta Padoan sembra intenzionato a non disfare, dalla sera alla mattina, la tela di intese che stava costruendo.

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Il giovane caudillo dovrebbe sapere che il titolare del Mef è rimasto il solo in grado di essere preso sul serio a Bruxelles. Per fortuna un certo interesse comincia ad essere riservato al conte Gentiloni, sia pure con l’handicap di essere un sodale di Renzi.

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Su Pier Carlo Padoan abbiamo letto alcune considerazioni ficcanti in un saggio (Digitale e potere collettivo, Cantagalli 2016) di Raffaele Bonanni (scritto con Giuseppe Sabella). L’ex segretario della Cisl dopo aver ricordato le difficoltà dei rapporti intercorrenti tra Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi a proposito dell’attuale ministro dell’Economia scrive: “Se pensiamo a Padoan, che io stimo, una persona preparata e pacifica, appena il suo presidente (Renzi, ndr) gli dà delle indicazioni diverse, Padoan si adegua. C’è chi dice – continua Bonanni – che un giorno Renzi si sia così espresso: ‘Se ti piace bene, se no te ne puoi anche andare’. Lo sanno tutti che Padoan non è affatto d’accordo con la linea di politica economica di Renzi, però si acconcia”. Speriamo che stavolta abbia deciso di non farlo più.

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Ha sollevato un coro di indignazioni la dichiarazione di Massimo Corsaro sulle folte sopracciglia di Emanuele Fiano. Ma ancor più grave è stata la precisazione di Corsaro che – ha detto – con quello strano gioco di metafore non intendeva prendersela con la fede religiosa di Fiano, ma soltanto definirlo una testa di c…o. È pericoloso usare delle parti del capo per escogitare un modo originale di offendere un avversario. Soprattutto quando si ha una testa pelata e lucida come quella di Corsaro.



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