Pubblichiamo una serie di pillole sulle migrazioni con il rispettivo fact checking a cura dell’Istituto per gli studi di politica internazionale. Qui il primo, qui il secondo, qui il terzo, qui il quarto, qui il quinto, qui il sesto, qui il settimo.
Tra i migranti e i richiedenti asilo si nascondono terroristi? FALSO, o quasi.
Tra chi ha commesso o tentato di commettere attentati in Europa tra il 2014 e oggi, solo 8 persone avevano molto probabilmente raggiunto il continente seguendo le rotte migratorie. Considerando che sono oltre 1,5 milioni le persone che sono arrivate in Europa negli ultimi tre anni, si tratta di circa lo 0,0005% del totale.
In particolare, delle 65 persone che hanno commesso attentati di stampo islamista in Europa tra giugno 2014 e giugno 2017, il 73% era un cittadino del paese in cui è stata portata a termine l’operazione terroristica. Un altro 14% è composto da residenti legali o da “visitatori” provenienti dai paesi europei confinanti, mentre solo il 5% (3 persone) era rifugiato o richiedente asilo (vedi Rapporto ISPI).
Guardando al futuro è comunque consigliabile prudenza. In primo luogo, un recente rapporto dell’Europol spiega come tra 2015 e 2016 siano stati documentati 300 casi di tentativi di radicalizzazione da parte di reclutatori dello Stato islamico rivolti verso persone in viaggio verso l’Europa e che avevano intenzione di richiedere asilo.
Inoltre la maggior parte degli attentati in Europa è stato eseguito da cittadini di seconda o terza generazione. Non è dunque detto che, con il passare degli anni, i figli dei migranti che si stabiliscono in Europa oggi siano immuni dai richiami della propaganda islamista. In ogni caso, la radicalizzazione in Europa avviene principalmente in carcere o nei quartieri periferici delle città, come Molenbeek e Schaerbeek, non a Lampedusa.