Nessuna vendita della quota in Mbda, prime mosse nell’organigramma, niente spezzatini e una spallata alla One Company. Si delineano le prime mosse del nuovo amministratore delegato di Leonardo (ex Finmeccanica), Alessandro Profumo. Ecco tutti i dettagli.
NO ALL’USCITA DA MBDA
Il gigante missilistico europeo MBDA (Leonardo 25%, BAE Systems 37,5%, Airbus Group 37,5%) è “una forma di aggregazione estremamente interessante, perché consente di mantenere la dimensione nazionale avendo comunque un coordinamento europeo”, ha detto la scorsa settimana Profumo. Il riferimento alla joint venture è stato un chiaro messaggio: no a ipotesi di vendita della quota di Leonardo. Una prospettiva salutata con soddisfazione dalla Difesa, che invece aveva mugugnato per le intenzioni differenti manifestate in passato dall’ex amministratore delegato Mauro Moretti, che negli scorsi giorni ha tenuto una riunione informale con alcuni manager a lui vicini.
DOSSIER UK
Ma Profumo – durante la parte pubblica dell’assemblea generale della Federazione delle aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza (Aiad), presieduta da Guido Crosetto, la settimana scorsa – ha parlato anche delle sfide globali, “di eventi che cambieranno il nostro scenario”. D’altronde, come più volte ribadito dal ministro dell’Economia e delle finanze Pier Carlo Padoan, l’ex banchiere è stato scelto proprio in virtù del proprio profilo internazionale. Prima di tutto la Brexit, un’opportunità più che un pericolo. “Abbiamo una forte presenza nel Regno Unito, un Paese militarmente forte ma non solo”. Si tratta, ha spiegato Profumo, “di un Paese che ha alcuni mercati di riferimento e noi dovremo avere la capacità di sfruttare la nostra presenza in Uk per aumentare la capacità di penetrazione proprio in quei mercati”. Certo, resta da capire come il Regno Unito “si interfaccerà ai programmi europei”, vera novità dell’attuale contesto della difesa.
IL FUTURO CINESE E LA PROSPETTIVA AMERICANA
Ci sono poi le economie emergenti, con la Cina in testa. “Stanno investendo in maniera molto consistente in settori in cui operiamo e non ci regaleranno niente”, ha avvertito Profumo. La sfida “è capire come restare avanti e mantenere un vantaggio competitivo”. Eppure, tra le incognite c’è anche l’alleato d’oltreoceano. “Non è chiarissimo cosa accadrà con la nuova presidenza americana”, e anche per questo, “il tema europeo è il nostro punto di riferimento”. Ma, ha avvertito, “dobbiamo avere consapevolezza delle necessità di avere un coordinamento europeo e la capacità di fare programmi che siano veramente europei senza moltiplicare le spese”.
NIENTE SPACCHETTAMENTO
Nella stessa occasione il nuovo numero uno del gruppo di piazza Monte Grappa si è tolto un altro sassolino: “Ho letto che sarei stato mandato in Leonardo per fare uno spezzatino. Darò delle grosse delusioni a chi ha scritto questo”. Certamente però, “voglio che Leonardo identifichi le tecnologie, e le aree di business basate su tecnologie, nelle quali abbiamo dei vantaggi competitivi”. Spezzatino no dunque, ma focus sì. E ciò vale non per la sola ex Finmeccanica, ma per tutto il comparto nazionale che inevitabilmente è legato al gigante. “Leonardo ha tanti, troppi, settori di attività”, ha ammesso Profumo. “Alcuni di essi hanno un ritorno sul capitale investito a doppia cifra, altre sono a zero o sono negative”. L’azienda “lavorerà su questo insieme ai fornitori – che però non devono percepire Leonardo come una vacca da mungere – per costruire insieme dei percorsi di crescita”. In altre parole, “lavoreremo per capire quali sono quei segmenti di attività in cui il valore aggiunto è più alto e dove insieme possiamo crescere, e dove focalizzare gli sforzi per poter essere competitivi”. E “i fornitori, in particolare quelli strategici, devono avere la capacità di aumentare la propria dimensione per essere in grado di stare sul mercato indipendentemente da noi”.
LA SPALLATA ALLA ONE COMPANY
Nel frattempo, Profumo ha dato una “spallata alla One Company riorganizzata dal predecessore”, ha sottolineato Mf, decidendo di smantellare i settori, le macro aree operative Aeronautica, Elicotteri, Elettronica per la Difesa e Spazio, che Moretti aveva messo a capo delle sette divisioni in cui aveva fatto confluire le controllate, spogliandole dello status giuridico di società. Secondo il nuovo ad il loro compito è esaurito. Perciò via i settori, tra l’altro già sprovvisti di budget, mentre possono restare in piedi le divisioni: Elicotteri, Velivoli, Aerostrutture, Sistemi avionici e spaziali, Elettronica, Difesa, Sistema di sicurezza e Spazio, e le strutture centrali, responsabili dell’indirizzo strategico. Ovviamente adesso lo staff dei settori dovrà essere ridistribuito. Per quanto riguarda i manager, Filippo Bagnato e Daniele Romiti che avevano il doppio incarico, manterranno quello di capi-divisione Aeronautica ed Elicotteri.
COME CAMBIA L’ORGANIGRAMMA
Profumo ha dato un segnale di discontinuità anche decidendo di cancellare la casella di direttore generale, tradizionalmente occupata dall’ad. Sembrava destinata a Fabrizio Giulianini, a capo del settore Elettronica per la Difesa ed ex ceo di Selex Es, dato anche in corsa per il ruolo di amministratore delegato. Invece proprio Giulianini è stato il primo ad andarsene dopo l’arrivo di Profumo, che davanti ai dirigenti ne ha annunciato l’uscita con queste parole: «Mi dispiace perderlo, ma ammiro il coraggio di questa decisione». Anche l’organigramma, intanto, comincia a cambiare. Nella squadra di Profumo entrerà dopo l’estate Simonetta Iarlori, ex Unicredit e ora direttore operativo di Cassa depositi e prestiti (con gestione delle risorse umane, Information technology, organizzazione, acquisti, logistica e operazioni) e consigliere di Cdp Immobiliare, Cdp Equity e Fsi Investimenti. La seconda nomina è ugualmente al femminile, ma interna: Raffella Luglini resterà l’investor relator del gruppo ma prenderà anche la Comunicazione, al posto di Federico Fabretti.