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Ecco come il centrodestra può raggiungere il 40%. Le idee di Quagliariello

Prima il programma e le regole condivise, e solo dopo la scelta del leader. Dalla Camera dei Deputati – dove ha fatto il punto della situazione sui risultati e le prossime attività di Idea, il movimento politico che ha fondato nel novembre del 2015 – Gaetano Quagliariello ha tracciato la sua road map in vista delle elezioni politiche. L’obiettivo dichiarato – ha detto a Formiche.net a margine della conferenza stampa – è tenere unito il centrodestra per cercare di arrivare direttamente dalle urne al governo del Paese.

Molto, però, dipenderà dalla legge elettorale con cui gli italiani saranno chiamati al voto presumibilmente nei primi mesi del prossimo anno. Se le cose non cambieranno – con la conferma del Consultellum frutto della sentenza della Corte Costituzionale sull’Italicum – “il centrodestra avrebbe il dovere morale di cercare di raggiungere il 40% per ottenere il premio di maggioranza alla Camera“, ha affermato Quagliariello.  Il che, tradotto, vorrebbe dire una lista unitaria, la più ampia possibile, della quale dovrebbe far parte pure la Lega di Matteo Salvini. “L’attuale sistema elettorale ci imporrebbe, anche per senso di responsabilità, una decisione del genere“, ha commentato ancora l’ex ministro per l’ex ministro per le Riforme costituzionali. Secondo il quale ci sarebbero pure i margini per convincere Silvio Berlusconi, finora però piuttosto freddo verso l’ipotesi di una lista unitaria: “Ma l’intervista che ha rilasciato domenica scorsa al Mattino è fondamentale perché ha definitivamente sgomberato il campo da tutte le voci su una possibile alleanza pre o post elettorale con il Partito democratico“.

La situazione – ha ragionato ancora il leader di Idea – sarebbe invece destinata a cambiare laddove il Parlamento trovasse un accordo su una legge elettorale diversa, sulla base di uno schema proporzionale simile a quello previsto dalla proposta di Emanuele Fiano poi saltata alla prova dell’aula. Un sistema privo di premio di maggioranza. “Sono convinto che noi dovremmo comunque costruire una Federazione della Libertà che sia rappresentativa della componente conservatrice e cristiana del centrodestra e che vada da Forza Italia a Fratelli d’Italia“, ha spiegato Quagliariello. Che in questa fase sta cercando di cucire i rapporti tra le diverse anime della coalizione, sia dal punto di vista programmatico (come confermano i recenti incontri organizzati a Palazzo Santa Chiara) sia dal punto di vista della legge elettorale. Non è un caso, a tal proposito, che Idea abbia elaborato in questi giorni una proposta in materia che prevede l’introduzione di un premio di coalizione ma in un sistema proporzionale puro. “Una variazione sul modello tedesco“, l’ha definita l’ex ministro, che sul contenuto specifico ha preferito non sbilanciarsi per evitare di bruciare questa carta, com’è già accaduto con altre in passato. In sostanza, il modo per cercare di unire tutti i pezzi del puzzle: e, in particolare, di far convivere da un lato l’esigenza di riunire il centrodestra per cercare di vincere le elezioni e dall’altro quella di non scontentare chi, in quest’area politica, si sta spendendo in lungo e in largo per il proporzionale. A partire, ovviamente, da Berlusconi.

Quanto alla leadership, Quagliariello ha sottolineato che, alla fine, spetterà inevitabilmente a una figura espressione della componente cristiano-conservatrice: “Per un motivo molto semplice: perché nell’ambito del centrodestra gode del maggior numero di consensi“. Nomi in questo senso, però, ancora non ce ne sono, a meno che in ultima istanza non si decida di puntare di nuovo su Stefano Parisi, nelle ultime settimane in riavvicinamento sia a Berlusconi che a Salvini. Ipotesi sulle quali non è ancora il momento di sbilanciarsi ad avviso di Quagliariello che – pare di capire -non ha mantenuto in questi mesi un’interlocuzione costante con il leader di Energie per l’Italia. “Prima il programma e le regole, e solo dopo la scelta del candidato premier“, ha ripetuto ancora il fondatore di Idea. Apparso, peraltro, piuttosto scettico sul ritorno casa degli alfaniani, ormai in procinto di abbandonare l’alleanza con il Pd per cercare di rientrare nel centrodestra: “Non spetta a me dare consigli o giudizi ma, visto il loro percorso in questi quattro anni abbondanti, mi sembrerebbe più coerente che continuassero a lavorare nel campo del centrosinistra. Capisco che si sentano di Renzi ma mi pare che ormai siano fuori tempo massimo, considerato pure che sono ancora al governo con il Partito democratico“.

Nel frattempo – in attesa che il quadro nazionale vada chiarendosi – Quagliariello continua a lavorare per rafforzare il suo movimento, come è emerso nel corso della conferenza stampa di ieri alla Camera. Alla quale – insieme all’ex ministro – hanno preso parte anche alcuni rappresentanti territoriali di Idea, oltre alla deputata Eugenia Roccella. Presenti tre consiglieri regionali – l’abruzzese Mauro Di Dalmazio, il laziale Daniele Sabatini e il veneto Stefano Casali – l’ex assessore regionale della Campania Daniela Nugnes e l’esponente della segreteria nazionale Domi Lanzilotta.

Prima della pausa d’agosto, Idea ha organizzato tre assemblea politico-programmatiche: una al nord, una al centro e una al sud. La prima si svolgerà il 24 luglio a Verona, la seconda il 27 a Latina e la terza, infine, il 28 a Bari. Quanto alle adesioni, il movimento che fa capo a Quagliariello può a oggi contare su sette consiglieri regionali e duecentouno amministratori comunali, tra consiglieri e assessori.

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