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Tito Boeri, le pensioni, gli immigrati e le bistecche

Tito Boeri, malati, inps

Gran clamore hanno suscitato le esternazioni di Tito Boeri a proposito del contributo dei lavoratori stranieri al finanziamento del sistema di protezione sociale. Il presidente dell’Inps, in audizione, ha presentato anche un conteggio: gli immigrati (regolari) che lavorano (e sono certamente indispensabili in parecchi importanti settori della nostra economia) versano all’Inps 8 miliardi l’anno mentre ricevono solo 3 miliardi di prestazioni. Non ci sono dubbi: il fatto è che si continua a parlare di bistecche nei giorni in cui si deve fare vigilia. Il ragionamento di Boeri – corretto certamente – non c’entra nulla con la questione degli sbarchi ormai quotidiani. I problemi del declino demografico, del mercato del lavoro, dei posti rifiutati dagli italiani non si risolvono con il “fai da te”.

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“Si potrebbe andare tutti a Villa Certosa per poter render omaggio a Berlusconi/ e poi dirgli ‘Presidente torniamo da te’/ e vedere di nascosto la faccia che fa?”. “Vengo anch’io?”. “No tu no”. “E perché?”. “Perché no”. Così “duettano”, sulle note di Enzo Jannacci, Enrico Costa (ministro dimissionario) e Niccolò Ghedini, reggente di Forza Italia per conto del Cav

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Vogliamo fare una scommessa? Fino a quando non si saprà la sorte del Dicastero degli Affari regionali (con delega anche alle politiche per la famiglia) si fermerà la fuga in atto in Alternativa popolare. Non si sa mai. La poltrona di Costa potrebbe toccare ad un altro del medesimo gruppo.

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Dal punto di vista giuridico non sono ben sicuro di quanto mi accingo a sostenere. La materia è molto complessa e, soprattutto, non mi pare esistano precedenti a cui fare riferimento. Credo però che si sia cantata troppo presto vittoria sul fatto che il disegno di legge Richetti sui vitalizi sia finito in cavalleria e che la patata bollente sia finita sul tavolo dell’Ufficio di presidenza della Camera. Mentre un provvedimento legislativo scritto con i piedi e dettato soltanto da un livore propagandistico, sarebbe senz’altro finito sotto le grinfie della Consulta (che ne avrebbe decretato l’incostituzionalità prima che sfiorissero le rose sbocciate in quello stesso mattino), una delibera dell’Ufficio di presidenza entra a far parte dell’area dell’autodichia, su cui la Corte non potrebbe entrare, trattandosi di una decisione di un organo costituzionale autonomo e sovrano.



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