Venerdì, intervenendo alla trasmissione della CNN di Anderson Cooper (“360”), uno degli avvocati che per Donald Trump sta seguendo il Russiagate, ha dettato la linea difensiva sull’ultima evoluzione della storia — l’incontro del giugno 2016 tra alte sfere del comitato del repubblicano e un’avvocatessa russa che offriva informazioni potenzialmente compromettenti sul conto dell’allora contender democratica.
La comunicazione della Casa Bianca in questo momento è affidata agli avvocati. Trump e diversi altri personaggi del papocchio hanno ingaggiato legali personali, nonostante ancora non ci siano capi di imputazione ufficiali. Jay Sekulow è l’uomo che si occupa delle apparizioni televisive: prevista la sua presenza a tutti i cinque principali tali show della domenica, ABC, CBS, NBC, CNN, Fox. Attesa la prosecuzione della linea sentita venerdì: “Quale legge è stata violata?” ha detto parlando dell’incontro. “Perché alla fine della giornata continuo a dire questo: è interessante e capisco perché lo stai coprendo” ha detto a Cooper, “ma il fatto è che non c’è una violazione legale sull’incontro. L’incontro stesso non è una violazione della legge”.
La Casa Bianca sta cercando di buttare la vicenda sul lato strettamente legale: l’incontro del top team trumpiano era routine, dicono, non ha violato leggi, è stato vuoto di contenuti. È un braccio di ferro con i never-trumpers che insistono che al di là delle leggi un presidente deve avere un’etica. Ricevere informazioni da spendere contro il tuo avversario non è etico, soprattutto se arrivano da un dossieraggio fatto da un paese rivale. Trump, invece, come spesso accade, tocca l’umana carne (debole) che c’è in ognuno di noi, la butta sul pratico: “In molti ci sarebbero andati a quell’incontro”, ha detto in un’intervista.
La missione è addormentare il dibattito. Il Russiagate va avanti a scatti: l’enfasi dietro alla trama da film spinta dagli scoop dei grandi giornali scema davanti ai contenuti scarsi, ai cavilli legali, ai ‘non è niente di che’.
Il 53 per cento degli americani, secondo un sondaggio di Huffington Post e YouGov pensa che quell’incontro è stato inappropriato. Il numero non è così tremendo, Trump non ha perso l’elettorato che lo ha sostenuto (il dato scende al 47 tra i repubblicani) e questo anche perché, nonostante tecnicamente il lavoro delle redazioni dei grandi media americani sia di fatto eccezionale, la vicenda è contorta, quasi cervellotica, fatta da personaggi grotteschi e improbabili, e forse si sta allontano dall’interesse della gente. Di più: oltre l’80 per cento dei democratici crede che Trump sia colpevole, ed è l’ennesima polarizzazione delle questioni politiche americane — quelle su cui DT è stato fortissimo finora, dalla campagna elettorale. Il presidente sfrutta la situazione, abbina i messaggi alla pancia del paese con una linea difensiva soporifera affidata ai legali.