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La sapete l’ultima soave mattana della presidente Boldrini?

Laura Boldrini

Che cosa intende la presidente Laura Boldrini quando propone di abbattere i monumenti fascisti? Visto che di statue di Mussolini non ce ne sono più, si tratta forse dei palazzi, dei quartieri e di quant’altro è stato costruito durante il regime e che, in questi settant’anni, è stato riconvertito alla democrazia? Questa tentazione iconoclasta sembra quella dell’ISIS a Palmira.

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Con le sue dichiarazioni sui cinque anni di “abuso” del deficit di bilancio (ciò che, in termini politicamente corretti, ma sostanzialmente disonesti, viene chiamata “flessibilità”, l’estemporaneo Matteo Renzi ha messo in imbarazzo Pier Carlo Padoan (e quindi lo stesso Gentiloni) mentre svolgeva la sua mission di rabbonire l’Unione a Bruxelles. Tanto che, nella conferenza stampa, il ministro dell’Economia – che pur non è un cuor di leone – si è visto costretto a smentire l’ex premier, affermando che le sue non sono le posizioni del Governo, il quale varerà la legge di bilancio secondo le indicazioni contenute nel Def. Del resto – ha detto Padoan – se ne parlerà nella prossima legislatura.

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La cantilena di Renzi nei confronti dell’Europa a me pare stucchevole ed impresentabile: un modo inaccettabile e disonesto che tenta di erodere consenso al sovranpopulismo, ma che invece finirà per tirargli solo la volata.

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Il Fascismo non ha solo la responsabilità di aver privato gli italiani delle libertà fondamentali, di aver adottato le vergognose leggi antiebraiche e di essere entrato in un conflitto mondiale da cui il Paese uscì distrutto. Ci sono misfatti minori che di solito non si conoscono o non si ricordano. Per esempio le discriminazioni nei confronti delle donne sul lavoro, in nome di una particolare concezione del loro ruolo nella famiglia. Si cominciò col porre dei limiti all’assunzione di donne nelle pubbliche amministrazioni (1933) e con l’escluderle da alcuni uffici pubblici, l’anno dopo, quando furono fissati, per legge, anche dei tetti per il personale femminile (20% nel commercio, 16% nel credito e assicurazioni). Nel 1938 il regime arrivò a limitare al 10% l’assunzione delle donne nei settori pubblici e privati. Poi con lo scoppio della guerra la situazione cambiò, fino a proibire l’assunzione di uomini in taluni impieghi. Raccontare queste storie nelle scuole sarebbe senz’altro più utile che dare la caccia ai distintivi del PNF e ai cimeli del Duce, su cui – pare – prosperi l’economia di Predappio.

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L’Esercito irakeno ha vinto la battaglia di Mosul. Le truppe del Califfato stanno perdendo ovunque terreno. Si vede, allora, che l’Iraq comincia ad avere il profilo di uno Stato. E che cacciare Saddam non è stato poi un errore.



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