Donald Trump è a Parigi, ma ha lasciato a Washington non pochi problemi. Il New York Times ha svelato due giorni fa che Donald Trump Jr., il figlio più grande del presidente americano, ha avuto un incontro con un’avvocatessa russa per accedere a informazioni compromettenti sulla rivale Hillary Clinton durante la campagna elettorale del 2016. I dati, procurati dall’avvocatessa Natalia Veselnitskaya, sarebbero arrivati direttamente dal Cremlino. A confermare la notizia al quotidiano americano ci sarebbero tre fonti diverse, che preferiscono restare nell’anonimato. L’incontro tra Veselnitskaya e Trump Jr. sarebbe stato organizzato il 9 giugno del 2016 dal giornalista Rob Goldstone nella Trump Tower a New York. Secondo il Times, “le informazioni sull’incontro tra Veselnitskaya e Trump Jr. sono il primo indizio sulla collaborazione della Russia nella campagna del presidente americano”.
LE SPIEGAZIONI DI DONALD TRUMP JR.
La presidenza russa ha detto che al Cremlino non conoscono Veselnitskaya: “Ovviamente non sappiamo le riunioni di tutti gli avvocati russi dentro e fuori dal Paese”, ha spiegato il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov. Trump Jr., invece, ha ammesso che ha avuto una “breve riunione introduttiva”: “Abbiamo parlato principalmente riguardo un programma sull’adozione di bambini russi, ma non della campagna elettorale. […] Mi è stato chiesto di partecipare all’incontro di una conoscente, ma non mi hanno detto prima di chi si trattava”. “Dopo aver scambiato alcune parole, la donna ha detto di avere informazioni su chi aveva finanziato dalla Russia il Comitato Nazionale Democratico per sostenere Hillary Clinton – ha dichiarato Trump Jr. al Times -. Le sue affermazioni erano vaghe, ambigue e non avevano senso. Non sono stati forniti né offerti dettagli né informazioni di supporto. Era chiaro che non si trattava di qualcosa di significativo”. Trump Jr. e Veselnitskaya si conoscevano dal 2013, quando la famiglia Trump è andata a Mosca per l’organizzazione del concorso di bellezza Miss Universo.
CHI È L’AVVOCATESSA VESELNITSKAYA
Laureata in Diritto all’Università Statale di Mosca nel 1998, Veselnitskaya ha aperto uno studio legale chiamato Kamerton Consulting. Da quanto si legge sul sito Heavy, Veselnitskaya ha partecipato all’Accademia di Stato di Mosca e nel 2003 ha costituito una società legale privata, che ha 30 dipendenti, di cui cinque avvocati. […] I suoi clienti includono aziende di grandi dimensioni e private, nonché clienti del settore immobiliare e del settore bancario”. Inoltre, l’avvocatessa rappresenta “vittime di crimini economici”. Sulla vicenda del Russiagate, lei dice di sentirsi lusingata, ma non ha contatti con il governo russo.
L’IMPEGNO CONTRO LA LEGGE MAGNITSKY
Nel curriculum di Veselnitskaya c’è il lavoro di lobbying contro la Legge Magnitsky, creata per sanzionare e perseguitare i cittadini russi accusati della morte di Serguéi Magnitsky
L’avvocatessa ha cercato di limitare gli effetti di questa legge contro i cittadini russi. Il suo viaggio a giugno del 2016 a New York, in teoria, aveva come obiettivo la difesa di Denis Katsyv, un suo cliente russo con interessi negli Stati Uniti, che era stato accusato di malversazione di fondi con la frode del caso Magnitsky, secondo il sito Business Insider.
Veselnitskaya sostiene di non parlare né scrivere l’inglese. All’incontro con Trump Jr. sarebbe stata accompagnata da un traduttore. Nonostante l’impedimento linguistico, Veselnitskaya è molto interessata ai temi che riguardano gli Stati Uniti. Su Facebook ha postato articoli e commenti in sostegno del presidente Trump ed è sempre stata contro l’amministrazione del presidente Obama, criticando anche fortemente il movimento della Marcia delle Donne.
L’ex marito di Veselnitskaya è stato vice ministro dei Trasporti per la regione di Mosca. I due hanno due figli, a cui sarebbe stato negato il visto per trascorrere le feste di Natale con il padre, che lavora negli Usa.