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Turismo, perché l’Italia non può coccolarsi troppo con i buoni numeri

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Il turismo in Italia è in ripresa. Il “Senno di Po” – l’audio-rubrica curata da Ruggero Po per Formiche.net – oggi tratta proprio dei numeri dei turisti di questa estate italiana. L’unica controtendenza registrata è quella della capitale. Mentre le città d’arte hanno visto un’affluenza maggiore di turisti rispetto agli altri anni, tanto da fare entrare anche Milano tra le mete ambite, Roma perde il suo appeal. Ruggero Po ne parla con Claudio Visentin, storico del turismo e docente all’Università della Svizzera italiana, che dà una lettura sui perché di questa affluenza: la paura ormai internazionale del terrorismo e l’incertezza che si vive giorno per giorno che fa prediligere una vacanza tranquilla e ben conosciuta.

Ecco l’audio intervista di Ruggero Po a Claudio Visentin.

 

ECCO LE ULTIME PUNTATE DEL SENNO DI PO:

ASSUNZIONI PER ETÀ E COLORE, COSA (NON) SI PUÒ FARE. PARLA IL PROF. GARIBALDI

Il “Senno di Po” si è occupato della storia che arriva da Cervia dove un giovane ragazzo italiano, di nome Paolo, si è visto ritirare un’offerta di lavoro da cameriere quando il proprietario del locale ha scoperto che si trattava di una persona di colore. “Mi dispiace Paolo ma non posso mettere ragazzi di colore in sala“, gli ha scritto via sms quello che avrebbe dovuto essere il suo datore di lavoro. Una vicenda non solo inaccettabile sotto il profilo etico e umano, ma anche assai delicata dal punto di vista giuridico. Per analizzarne i vari profili, Ruggero Po ha ascoltato l’opinione di Pietro Garibaldi, economista, professore all’Università di Torino ed esperto di diritto del lavoro.

COSA COMBINANO I WEB INFLUENCER

“Al consumatore fare sapere sempre chi ti paga, se ti paga, per promuovere il tuo stile di vita”. È la richiesta avanzata dall’Unione Nazionale Consumatori ai cosiddetti web influencer, personalità provenienti dal mondo della televisione o dello spettacolo, ma anche nati dal web, con un vastissimo seguito sui social network e che vengono pagati per pubblicizzare prodotti e servizi dalle grandi compagnie.

Al momento non esiste una regolamentazione sul tema, ma l’Antitrust si è unita all’invito rivolto agli influencer dall’Unione Nazionale Consumatori di dichiarare se e quando i loro messaggi hanno natura pubblicitaria.

SERVE DAVVERO UNA LEGGE CONTRO LA PROPAGANDA FASCISTA?

“Una legge contro la propaganda fascista, sarebbe bello che non ce ne fosse bisogno”. Inizia con queste parole l’audio-commento di Ruggero Po sulla proposta di legge di Emanuele Fiano, del Partito Democratico, che intende punire la propaganda del fascismo e del nazismo con immagini o contenuti di cui vieta produzione e vendita. “Sarebbe civile che non ce ne fosse bisgogno – continua Po – così come sarebbe civile che non servissero leggi contro l’omofobia e contro il bullismo, ma tant’è”.

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