Giù le mani dalla storia: anziché accanirsi sui simboli del passato, la politica pensi a costruire il futuro, se ne è capace.
Sulla tediosa querelle relativa ai simboli di Italo Balbo e Cristoforo Colombo, oggetto negli Stati Uniti di una vera e propria campagna ad personam, frutto della becera ideologia revisionista che non rispetta storie e dinamiche, siamo in presenza di una strategia figlia di una esasperata ideologia che, oltre che assolutamente anacronistica e pericolosamente puerile, si arroga il potere di decidere su simboli e riconoscimenti che appartengono alla storia italiana e non alla partitocrazia.
Le conquiste aeronatutiche di Italo Balbo legate alla trasvolata oceanica, al pari del significato più intrinseco del Columbus Day, non rientrano nell’alveo di competenza di gruppi sparuti e iper fanatizzati, ma sono la testimonianza viva e vegeta di una storia passata e di un comune sentire presente. La comunità italiana, piaccia o meno a certa sinistra dedita più alla esterofilia migratoria che agli interessi nazionali, è stata un pezzo significativo degli Usa, da mille punti di vista: sociale, economico-finanziario, storico, politico e culturale.
Cassare quei simboli dimostra una gretta ignoranza che offende tutti i 60 milioni di italiani e gli altrettanti che, per una serie di ragioni, hanno scelto la via dell’emigrazione nel secolo scorso. Il rispetto per tradizioni, storie e vite del passato è ciò che manca alla politica scialba e destruens, quella stessa che oggi si accanisce su simboli e statue anziché dedicare anima e corpo a costruire il futuro.