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Vi racconto i silenzi sulle accuse di Trentin alla Cgil

Barbagallo

Sto finendo di leggere i Diari 1988-1994 di Bruno Trentin, pubblicato dall’Ediesse a cura di Iginio Auriemma, nel decennale della scomparsa del leader sindacale. I Diari presentano diversi aspetti discutibili. E’ singolare però la sostanziale disattenzione con cui il libro di Trentin è stato accolto. Qualche recensione di prammatica e alcuni articoli seri di persone che gli furono amiche in vita.

Le ragioni di questo disinteresse possono essere tante. Innanzitutto vi è un problema di adeguate distribuzione e pubblicità, che la casa editrice non può permettersi. Poi i fatti commentati non solo riguardano una sorta di oggetto misterioso come il sindacato, ma appartengono ormai ad un passato dimenticato dai lettori di oggi. Qualche conto però non torna.

I pochi che hanno scritto dei Diari sembrano aver volutamente ignorato (o eluso) la vera notizia contenuta nel volume: la critica definitiva ed implacabile che Trentin rivolge (tra le tante) alle organizzazioni sindacali, Cgil compresa. Un leader sindacale che scopre e denuncia “di che lacrime grondi” il potere del sindacato (e non solo di quello italiano) dovrebbe richiamare l’attenzione dei media, al pari dell’uomo che morde il cane.

Ma la Cgil non si tocca. E’ come la Chiesa. Neppure il Papa può biasimarla.


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