Continua la battaglia ideologica sugli F-35, che non si ferma neanche davanti alla relazione positiva della Corte dei Conti sulla partecipazione italiana al programma Joint Strike Fighter. Il documento, che si basa su cifre note e relazioni rilasciate anche dal ministero della Difesa, non dice nulla di nuovo, se non insistere sulla necessità di non ostacolare i lavori di un tessuto industriale che cerca di ammodernare le dotazioni militari del nostro Paese in un momento storico particolarmente critico sotto il punto della difesa e della sicurezza collettiva.
COSA E’ DAVVERO L’F35
“In Italia i non esperti della politica continuano a intendere l’F-35 come esclusivamente un aeroplano – ha affermato il generale Mario Arpino (nella foto) in una conversazione con Formiche.net –. In realtà si tratta di un sistema d’arma complesso che include mare, terra, cielo e altri sistemi d’arma, non paragonabile a nessun altro velivolo precedente. È importante che le istituzioni capiscano di cosa si tratti, sempre che vogliano farlo”.
I VALORI ECONOMICI
In gioco ci sono tanti interessi di difesa e opportunità di crescita economica e industriale. Come ricorda la Corte dei Conti: “Il volume economico stimato per i prossimi vent’anni, pur nella sua visione più ottimistica, assume dimensioni ragguardevoli (circa 14 miliardi) e non va sottovalutato l’effetto moltiplicatore sull’indotto”.
IL RUOLO DI LEONARDO
E di questo anche la nostra industria se ne deve rendere conto. Il generale Arpino richiama l’attenzione di Leonardo-Finmeccanica, che sul programma, ricorda, è sempre stata divisa. Fino ad oggi “ha preferito fare quello che sa già fare perché si guadagna di più e costa di meno. Ma non è un buon metodo per continuare a marciare verso il futuro sotto il profilo tecnologico. Dovranno ripensarci anche loro e speriamo che con Alessandro Profumo lo facciano”.