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Che cosa farà davvero Fca con Bmw e Intel per le auto autonome

Sergio Marchionne, Fca

Fiat Chrysler Automobiles (Fca) entra nell’alleanza per le auto autonome formata l’anno scorso da Bmw, Intel e Mobileye: il gruppo guidato da Sergio Marchionne è la prima casa automobilistica – a parte il “fondatore” Bmw – ad unirsi alla partnership di cui fanno già parte Delphi (fornitore di componenti ex GM) e Continental. Bmw, Intel, Mobileye e Fca lavoreranno a una piattaforma tecnologica per la guida autonoma con l’obiettivo di creare uno standard comune all’industria e rendere più veloce l’arrivo sul mercato delle auto senza conducente.

IL VALORE AGGIUNTO DI FCA

Fca porterà all’alleanza “risorse tecniche e ingegneristiche e il vasto know-how insieme ai notevoli volumi di vendita, la presenza geografica estesa e la conoscenza del mercato nord-americano”, si legge sul comunicato congiunto. “Per il progresso della tecnologia per la guida autonoma è fondamentale formare delle alleanze tra costruttori d’auto, sviluppatori di tecnologia e fornitori di componenti”, ha commentato Sergio Marchionne. “Entrando in questa alleanza, Fca potrà direttamente beneficiare delle sinergie ed economie di scala che si creano quando le aziende si uniscono in nome di un comune obiettivo”.

Come nota Forbes, tra i grandi automakers di Detroit Fca è stato uno degli ultimi a fare annunci legati al mondo della guida autonoma. Eppure, le Chrysler Pacifica automatiche sono una delle auto driverless più diffuse sulle strade, grazie all’alleanza stretta da Fca con Waymo, la divisione di Google che sviluppa e testa la tecnologia per la guida autonoma e sta usando i veicoli Chrysler. Anzi, l’esperienza con la Pacifica automatica è considerata un valore aggiunto perché questo minivan si adatta ai servizi navetta e in generale alla mobilità condivisa, ambito in cui la guida autonoma sarà inizialmente applicata. Chrysler sta proseguendo su questa strada con il Portal concept per le Pacifica, altro minivan automatizzato presentato a gennaio al Ces di Las Vegas.

Anche Fca ricava diversi vantaggi dall’alleanza con Intel e Bmw. Nell’accordo con Waymo, il costruttore italo-americano non ha accesso alla tecnologia di Google né ai dati raccolti dai veicoli automatizzati, mentre ora Fca accede alla proprietà intellettuale di Bmw e Intel sulla guida autonoma, partecipa allo sviluppo della tecnologia driverless e ha la possibilità di sfruttare i dati raccolti dai veicoli per crearsi fonti di guadagno aggiuntive.

Una portavoce di Fca ha dichiarato a Forbes che Fca, Bmw e Intel potrebbero unire in una sede comune alcuni dei loro ingegneri che sviluppano tecnologia per la guida autonoma: probabilmente si tratta di sedi in Germania e negli Stati Uniti (nel Michigan).

LA ROADMAP DELL’ALLEANZA

L’alleanza tra Bmw, Intel e Mobileye (che è ora una società di Intel) è stata annunciata nel luglio 2016. La collaborazione si concentra sullo sviluppo di tecnologie capaci di portare nel 2021 in piena fase produttiva veicoli con automazione dal livello 3 fino al 5 (quello in cui non è necessario che vi sia alcuna persona a bordo). Le aziende partner stanno progettando un’architettura scalabile che si adatta a ogni costruttore e a ogni paese del mondo: le singole case automobilistiche potranno poi personalizzarla in base alle esigenze del loro brand. La partnership è aperta a tutti gli altri automakers, gruppi tecnologici e integratori di sistema che vorranno contribuire a questa soluzione “standard”.

Già dal 2019 dovrebbe essere pronto un primo kit per i costruttori d’auto con le tecnologie sviluppate da Bmw, Intel e i loro alleati. Il sistema include telecamere, software per l’elaborazione delle immagini, microprocessori e tecnologie di mapping più i prodotti cosiddetti di “driving policy”, ovvero software che decidono in tempo reale come reagire mentre il veicolo è su strada a seconda dell’ambiente circostante: presenza di altri veicoli, pedoni, condizioni climatiche e così via.

A fine 2017 ci sarà un primo test con 40 veicoli autonomi Bmw serie 7 che saranno fatti circolare probabilmente in Arizona. Separatamente, Mobileye (ovvero Intel) testerà le tecnologie automatiche di livello 4 su strada su una serie di veicoli (ne verranno utilizzato oltre 100) di ogni marca e tipologia. I risultati delle prove su strada (in Europa, Usa e Israele, a partire da fine anno) saranno studiati per affinare ulteriormente il sistema.

DAI CHIP ALLE AUTOMOBILI

Mobileye è specializzata in tecnologie di computer vision, sensoristica e mapping. È una ex partner di Tesla: le due aziende hanno lavorato insieme sul sistema Autopilot ma hanno reciso la partnership dopo l’incidente mortale in Florida con una Tesla Model S. A quel punto Intel ha colto l’occasione e offerto 15,3 miliardi di dollari per comprarsi la società israeliana e lavorare alla sua vision di un sistema car-to-cloud in cui mette a frutto le sue conoscenze su microprocessori, piattaforme software, tecnologie per data center e comunicazione mobile 5G. Intel investirà 250 milioni di dollari nei prossimi due anni per lo sviluppo della guida autonoma e prevede, in base a uno studio preparato da Strategy Analytics, che i veicoli autonomi genereranno un mercato da 800 miliardi di dollari nel 2035 che salirà a un valore di 7.000 miliardi di dollari nel 2050, calcolando il valore di tutti i prodotti e servizi connessi e anche i risparmi di tempo e vite umane, visto che dalla tecnologia driverless ci si aspetta una notevole riduzione degli incidenti su strada.

Ovviamente quella di Intel non è l’unica alleanza lanciata nell’ambito della guida autonoma: sono moltissime le aziende che lavorano in questo settore. Ma non è un caso che una delle partnership più rilevanti sia quella in cui è presente un altro grande chipmaker americano, Nvidia, inventore della GPU (l’unità di elaborazione grafica), che si è unito con Bosch, il più grande fornitore mondiale di componenti per auto, per lo sviluppo di un sistema informatico “standard” per la guida autonoma basato sull’intelligenza artificiale e l’apprendimento profondo, con commercializzazione prevista nel 2020. Bosch integrerà per la prima volta Xavier, il superchip di Nvidia per auto con intelligenza artificiale che è il primo processore single-chip al mondo capace di consentire la guida autonoma di livello 4. Nvidia ha anche altri accordi, tra cui quello col costruttore tedesco Volkswagen per lo sviluppo sia di veicoli autonomi che di servizi per la mobilità, inclusa l’ottimizzazione dei flussi di traffico urbani per ridurre congestione e incidenti.



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