Baruffa di carta a colpi di titoli ed editoriali. Fatto Quotidiano e Repubblica. Marco Travaglio (nella foto) e Mario Calabresi. Tema dello scontro: le Ong. Da una parte, Travaglio che elogia il codice del ministro dell’Interno, Marco Minniti. Dall’altra, Roberto Saviano e Massimo Giannini, che sul quotidiano diretto da Calabresi si schierano dalla parte di Medici senza frontiere e delle organizzazioni non governative che non hanno sottoscritto il codice del Viminale. Senza mai citarsi, il Fatto e Repubblica, anche oggi, hanno ribadito le loro posizioni con un fondo dei rispettivi direttori.
IL MAR WEST DI TRAVAGLIO
Ormai da giorni, Travaglio bistratta le Ong che si rifiutano di firmare il codice Minniti. Il direttore del Fatto, da detrattore dei governi di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, stavolta ha apprezzato l’operato di Minniti, che “ha deciso finalmente di mettere un po’ d’ordine nel Mar West del Mediterraneo, dove finora tutti, i buoni e i cattivi, facevano un po’ quel che pareva a loro”, ha scritto all’inizio di agosto il direttore del Fatto. Lo scorso sabato, Travaglio ha dato la parola al titolare del Viminale. “Non intendo rinunciare al principio di salvataggio dei naufraghi e neppure a quello della sicurezza dei miei concittadini”, ha detto Minniti in una lunga intervista concessa al Fatto. “Per questo, ritengo necessaria la presenza di polizia giudiziaria sulle navi delle Ong”.
SECONDO ROUND
Ieri, il secondo round, col titolo a tutta pagina del Fatto riferito all’inchiesta su Save the Children, nel cui consiglio direttivo, sino al giugno del 2016, figurava anche Marco De Benedetti, figlio di Carlo, patron del gruppo Espresso-Repubblica. Secondo le ricostruzioni del Fatto, l’indagine condotta dalla procura di Trapani si concentra su singole condotte di reato, tra le quali s’ipotizza il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, e non sulle Ong in quanto tali. L’obiettivo dei magistrati, ha scritto sempre il giornale di Travaglio, è “circoscrivere le condotte che hanno favorito esclusivamente i trafficanti. E individuarne i responsabili”.
IO STO CON MEDICI SENZA FRONTIERE
Repubblica non è rimasta a guardare. E ha intervistato il presidente di Save the Children, Claudio Tesauro. “Abbiamo sottoscritto il Codice di condotta del Viminale comprendendo la necessità di regolare le attività delle Ong in una fase di tensione così alta”, ha dichiarato Tesauro. Il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari s’è affidato a Roberto Saviano, che s’è schierato con Medici senza frontiere e con le Ong che non hanno sottoscritto il codice Minniti. Posizione opposta rispetto a quella di Travaglio. “Sto con Medici senza Frontiere nella decisione di non firmare il codice di condotta per le Ong che fanno salvataggi in mare voluto dal ministro Minniti”, ha scritto Saviano. “È una scelta importante e sostanziale, non un capriccio. Medici Senza Frontiere (Premio Nobel per la Pace 1999) difende un principio fondamentale: la neutralità”.
E IO STO CON SAVIANO
Ieri, ancora su Repubblica, Giannini ha parlato di “eclissi della sinistra”. E, come Saviano e a differenza di Travaglio, ha difeso Medici senza frontiere. “Sulle Ong l’unico che ha il coraggio di dire tutta la verità, contro il discorso social-xenofobo dilagante, è Roberto Saviano”, ha spiegato l’editorialista di Repubblica. “Con Medici senza frontiere, senza se e senza ma. Per il resto, il vuoto. Eppure, non dovrebbe essere così difficile, studiando un po’ di storia e di cronaca, condividere il no di Msf al codice Minniti, che impone alle Ong di accogliere agenti armati a bordo”.
UNO A UNO E ONG AL CENTRO
Oggi, Travaglio e Calabresi hanno rilanciato. “L’azione delle Ong finisce per favorire gli scafisti”, titola in prima pagina il Fatto, che torna sull’indagine sui collegamenti tra navi e trafficanti e propone un’intervista doppia tra lo scrittore Erri De Luca e il filosofo Massimo Cacciari, il primo contro il codice Minniti e il secondo a favore. Repubblica, invece, apre con la crisi di governo sfiorata dopo le dichiarazioni del ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, che mette in dubbio il codice Minniti, difeso dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e da Gentiloni. Travaglio, nel suo fondo sul Fatto, ribadisce il concetto: “Chi accusa i pm o Minniti di criminalizzare l’azione umanitaria che salva vite”, scrive, “non si rende conto (almeno si spera) di difendere non i migranti, che possono essere salvati senza accordarsi con gli scafisti né favorirli (per esempio affondando le loro barche), ma i trafficanti di carne umana”. Di contro, per Calabresi le Ong sono vittime insieme con “le associazioni di volontariato e quella parte della Chiesa che è più impegnata nell’assistenza. Colpevoli di non sottomettersi al nuovo politicamente corretto, che è l’esatto ribaltamento di quello vecchio e proclama a gran voce che ci siamo rotti le scatole dei bisogni e delle sofferenze degli altri”. E ancora: “Di fronte all’onda melmosa, un giornale ha una sola possibilità: restituire ai fatti e alle parole il loro significato e cercare di ripulire il dibattito dalle scorie e dai veleni”. Travaglio e Calabresi. Il Fatto e Repubblica. La guerra di carta prosegue. Uno a uno e Ong al centro.