Ci sono voluti anni ma finalmente nei prossimi giorni entrerà in vigore l’unificazione presso l’INPS dei servizi di controllo delle assenze per malattia, in altre parole del contrasto dell’assenteismo. L’Inps ha un potenziale informatico e telematico tale da poter competere con quello del Pentagono. I certificati dei medici di base, ordinariamente trasmessi per via telematica, vengono gestiti da un programma che è in condizione di monitorare la tipologia delle assenze, la loro frequenza nonché le malattie denunciate. Ciò mette l’Istituto in condizione di selezionare le visite fiscali e di indirizzarle alla verifica dei casi dubbi. L’altro programma funziona – per dirlo in modo semplice – alla stregua di un sistema di radio taxi. L’Inps conosce in ogni momento la distribuzione nel territorio dei propri medici fiscali e può utilizzarne gli spostamenti con modalità adeguate e razionali, al fine di effettuare più controlli nel medesimo arco temporale. Certo, le Asl – soprattutto quelle della Capitale – fino ad ora competenti nel settore pubblico, non disponevano di altrettanti dati di base ed efficienza amministrativa. E quindi anche le norme più severe – come quelle di inviare sempre e comunque la visita fiscale ai pubblici dipendenti (il cui numero di assenze è superiore a quello dei dipendenti privati) – finivano per rimanere inevase.
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Ma questo giro di vite sui controlli è compatibile con la possibilità di autocertificare le assenze per malattie di breve durata?
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I media hanno diffuso tante foto di Dimma e Dibba, ripresi in compagnia del candidato grillino Cancelleri, in alcuni luoghi ameni della Sicilia a bagnarsi nel mare nostrum o a sorbire bevande rinfrescanti esibendo abbronzature da manifesto pubblicitario “Vieni al solo di Sicilia”. La domanda è: si trattava di brevi pause per ristorarsi dalle fatiche della campagna elettorale oppure le iniziative politiche sono state il pretesto per una serena vacanza?
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Continuano gli incendi, le devastazioni dei parchi, dei boschi e il massacro della fauna selvatica. Per fronteggiare questa crisi è stato necessario un impiego massiccio di risorse umane e materiali. Alla Protezione civile dicono che – nonostante gli effetti della siccità – la grande maggioranza degli incendi hanno un’origine dolosa. Ecco perché sparare a vista sui piromani dovrebbe essere considerato un atto di legittima difesa.