L’aumento delle commissioni (+6%) e il calo delle rettifiche su credito (-11%) sostengono i conti semestrali di Intesa Sanpaolo, che dopo i risultati di metà anno ha confermato il dividendo di 3,4 miliardi per il 2017, in linea con gli obiettivi del piano. I dividendi saranno la «chiara priorità di Intesa anche per il futuro», ha detto ieri il ceo Carlo Messina (in foto). Il banchiere ha negato però ipotesi di cedole straordinarie per quest’anno. Il titolo in borsa dopo una flessione iniziale ha chiuso in parità (+0,14% a 2,92 euro).
LA SEMESTRALE
Nel semestre la banca ha registrato un utile contabile di 5,24 miliardi, che però include anche i 3,5 miliardi ricevuti dallo Stato per il mantenimento dei livelli di capitale dopo l’acquisizione della parte buona di Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Senza questo fattore, l’utile è di 1,74 miliardi, in aumento rispetto agli 1,71 miliardi del primo semestre 2017. I profitti nei sei mesi di quest’anno sarebbero saliti a 2,2 miliardi escludendo i contributi per i salvataggi bancari (attraverso Atlante e fondo di risoluzione) contro 1,82 miliardi un anno fa. L’utile del secondo trimestre, al netto del versamento statale, è risultato invece in lieve flessione su base annua (837 milioni invece di 901). Sarà contabilizzata nel secondo semestre la plusvalenza di 800 milioni dalla cessione della quota in Allfunds.
LE PAROLE DI MESSINA
I risultati del primo semestre di Intesa Sanpaolo «confermano il successo del modello di business adottato, quello della wealth management company: oltre il 50% dell’utile corrente lordo è generato da quest’area di attività», ha commentato Messina. «La crescita delle commissioni nel secondo trimestre rispetto al primo di quest’anno è la più elevata tra le banche in Europa». Il flusso di raccolta netta delle masse in gestione è stato di 10 miliardi nel semestre. A fronte di commissioni in aumento, i ricavi derivanti dal margine di interesse sono risultati in calo del 2% e quelli da attività di trading in discesa del 15%. I costi sono rimasti stabili. Il rapporto cost/income si è confermato su livelli bassi, al 49,2%, dal 48,8% di un anno fa.
LE TENDENZE
I conti hanno mostrato un’evoluzione positiva in materia di crediti deteriorati. Le rettifiche in conto economico sono scese dell’11%, con effetto positivo sul risultato lordo di gestione (+12%). Le coperture sono lievemente aumentate. Il flusso di nuovi npl è sceso ai minimi dalla nascita di Intesa Sanpaolo . Lo stock ha continuato a calare (di 10 miliardi negli ultimi 21 mesi) «senza oneri straordinari per gli azionisti», ha precisato la banca. «Abbiamo registrato un trend molto forte di riduzione degli npl e la tendenza migliorerà nei prossimi trimestri», ha detto Messina. «Possiamo facilmente fare di più del previsto. Abbiamo destinato 1.500 risorse che sono dedicate alla gestione dei crediti deteriorati e questo ha pagato. Sono state lanciate ulteriori iniziative con l’obiettivo di riportare l’incidenza dei crediti deteriorati ai valori pre-crisi entro il 2019». Il capitale Cet1 è al 13%.
I PROSSIMI PASSI
Messina ha parlato anche dell’integrazione delle attività delle due venete, che avrannno «un impatto neutrale sull’utile per azione nel 2017 e di sicuro un impatto positivo a partire dal 2018». L’acquisizione della Popolare di Vicenza e Veneto Banca ha permesso di «stabilizzare il sistema bancario italiano», ha aggiunto il banchiere, che ha detto di affidarsi ora anche «allo spirito di rivincita del personale» dei due istituti. Intesa non ha in programma di completare altre operazioni dopo quella veneta: «Non mi aspetto di portare avanti alcun tipo di acquisizioni, anche per quanto riguarda il wealth management, a parte possibili operazioni di piccole dimensioni», ha detto Messina. Intesa è «solida e sottovalutata», ha invece commentato David Herro, capo degli investimenti di Harris Associates, uno dei fondi investitori nella banca. Gli analisti di Credit Suisse dopo i risultati hanno evidenziato «il conto economico core in linea con le attese e la solida qualità dell’attivo».
(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)