La prima a dare la notizia è stata mercoledì la Conservative Review diretta da Mark Levin, poi è arrivata la nota ufficiale della Casa Bianca: il capo del Consiglio di Sicurezza nazionale (Nsc) HR McMaster ha rimosso dall’incarico di direttore dell’Ufficio intelligence del Consiglio Ezra Cohen-Watnick, 31enne ex intelligence militare assunto nel ruolo ai tempi di Michael Flynn (dimessosi dal ruolo quasi subito perché impelagato nel Russiagate e mendace nei confronti dei suoi contatti con i russi).
È l’ultima delle mosse dell’ex generale McMaster all’interno del Nsc e forse una delle più incisive per quel che riguarda il valore politico. Cohen-Watnick era considerato un protetto dell’ala trumpista più dura, quella dello stratega Steve Bannon, ma godeva anche dei consensi di Jared Kushner, genero-in-chief e simbolo del trumpismo più fashion. McMaster da tempo voleva mettere alla porta dell’Nsc il direttore dell’intelligence, ma non c’era mai riuscito – in almeno un’occasione, davanti alle pressioni del generale, Bannon e Kushner avevano chiamato in causa addirittura il presidente per bloccarlo.
Possibile che per Cohen-Watnick arriverà un altro ruolo nell’amministrazione, ma intanto all’interno del Nsc il lavoro di repulisti di McMaster continua: siamo al secondo alto funzionario del Consiglio a essere fatto fuori nel giro di pochi giorni. Prima era toccato a Derek Harvey, che per il Nsc guidava il desk mediorientale. Una settimana prima invece era stato licenziato Rick Higgins, direttore per la Pianificazione strategica e autore di un memo piuttosto cospirazionista che parlava della “guerra politica” contro Donald Trump “condotta da globalisti e islamisti utilizzando le tattiche di un’insurrezione maoista” (il virgolettato della descrizione dell’Atlantic è sferzante, o ironico).
L’annuncio, e gli altri di questi giorni, significano che McMaster sta mano a mano prendendo il completo controllo del Consiglio. Ed è possibile che il licenziamento sia legato anche al fatto che stia ricevendo aiuto di sponda dal nuovo chief of staff, un altro generale, John Kelly, che come primo atto ha fatto fuori il Mini-Me trumpiano Anthony Scaramucci dalle comunicazioni della Casa Bianca.
Curiosità: il nome di Cohen-Watnick è finito mesi fa in mezzo a un pasticcio combinato dal presidente della Commissione Intelligence della Camera, Devin Nunes. Nunes, che per la vicenda è stato costretto a ricusarsi dal Russiagate, a fine marzo dichiarò che alcune fonti anonime gli avevano fatto arrivare informazioni a proposito di un piano di intercettazioni voluto dal ex presidente Barack Obama per controllare Trump nel periodo della campagna. Lo stesso Trump ne aveva più volte parlato pubblicamente, poi però tutto è finito senza nemmeno una pezza d’appoggio. Una delle “fonti” di Nunes era Cohen-Watnick. Già in quel mese gli uffici della Cia volevano togliere le credenziali di accesso per i dossier più segeti a Watnick perché non si fidavano di lui.