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Ecco come la Guardia costiera libica fa innervosire le ong nel Mediterraneo

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Sono state due ore di paura e tensione quelle che ieri pomeriggio la nave Golfo Azzurro dell’ong spagnola Proactiva Open Arms ha trascorso in compagnia della guardia costiera libica a partire dalle 17.30. “Attenzione! Il Golfo Azzuro è sequestrato in acque internazionali dalla Guardia Costiera libica, hanno intenzione di sparare” twittava il fondatore dell’ong Oscar Camps ieri pomeriggio. E poi ancora: “Hanno minacciato di aprire il fuoco se non ce ne andiamo dalle loro acque territoriali, è un sequestro in piena regola”.

L’incidente sarebbe avvenuto a circa 27 miglia dalla città di Sabratha, dunque ben al di là delle 12 miglia che delimitano il mare territoriale. Un lembo di mare che non avrebbe causato alcun problema fino a una settimana fa, prima che il Governo libico di al-Serraj reclamasse una propria zona SAR estesa per diverse miglia ma di dimensioni non definite, minacciando di bloccare con la forza le ong che intendessero violarla. Una minaccia che aveva spinto Medici Senza Frontiere, Save The Children e Sea-Eye a sospendere le operazioni SAR nel Mediterraneo perché troppo rischiose. Proactiva Open Arms, una delle prime ong a firmare il codice del ministro Minniti, aveva deciso di continuare finché ci fossero le condizioni.

Dure le reazioni dell’ong spagnola contro la guardia costiera libica, accusata di essere una milizia pagata dall’Unione Europea e addestrata dalla missione Eunavformed dell’ammiraglio Enrico Credendino. “I guarda costa libici addestrati da Eunavformed sequestrano e minacciano la Golfo Azzurro per due ore” twitta furioso un volontario, Gerard Canals, “Sarà una manovra programmata da Eunavformed e i libici per instillare la paura nel corpo delle ong?”.

Minimizza invece Riccardo Gatti, direttore operativo di Proactiva Open Arms, raggiunto al telefono da Repubblica: “Non è vero come è stato scritto su twitter che ci hanno sparato addosso. Ma sì, la guardia costiera libica ci ha fermato, sequestrato per un po’ (eravamo in acque internazionali) e poi ci ha intimato di seguirli con loro fino a Tripoli”. Davanti al rifiuto dei volontari, i libici avrebbero risposto “altrimenti vi ammazziamo”.

Nel frattempo gongola per l’accaduto la nave degli identitari europei di estrema destra C-Star, che naviga con il preciso scopo di rallentare le operazioni delle ong: “Un capitano della guardia costiera libica ci ha contattati e ha detto che loro hanno il nostro stesso obiettivo. Abbiamo offerto la nostra cooperazione”.

L’incidente per il momento non sembra aver convinto i soccorritori spagnoli ad abbandonare le operazioni SAR. Contattata da Rainews 24 la portavoce dell’ong Laura Lanuza ha chiarito “Non vogliamo sospendere le nostre attività, non abbiamo nessuna notifica ufficiale, e quindi continuiamo”. Secondo altre testimonianze, i libici avrebbero urlato “andatevene via e non tornate mai più!”

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