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Ecco cosa costruirà Fincantieri per il Qatar

LM

Mercoledì 2 agosto, il ministro degli Esteri del Qatar Mohamed Abderrahman al Thani ha annunciato durante la visita dell’omologo italiano Angelino Alfano che la Qatari Emiri Navy acquisterà sette nuove imbarcazioni di fabbricazione italiana. Si tratta di parte di un accordo di collaborazione militare tra i due paesi, e una commessa corposa per Fincantieri che arriva in un momento in cui l’azienda sta soffrendo il contraccolpo in Borsa per l’affare STX – e sul collegato controllo del cantieri di Saint-Nazaire – su cui Francia e Italia non hanno trovato una quadra nonostante il vertice ministeriale che si è svolto martedì a Roma (anche se lo scenario di un’intesa anche sul militare oltre che sul civile è una prospettiva auspicata da entrambe le parti, come sottolinea il direttore di Formiche.net, Michele Arnese, sulla scia anche di un intervento del numero uno di Fincantieri, Giuseppe Bono, pubblicato dalla rivista Airpress).

IL PRELIMINARE DI GIUGNO

L’accordo chiuso da Italia e Qatar ha un valore intorno ai 5 miliardi di euro e prevede la fornitura di quattro corvette, un’unità anfibia Landing Platform Deck e due Off-shore Patrol Vessel. Saranno tutte interamente costruite in Liguria, nei cantieri di Riva Trigoso e Muggiano, a partire dal 2018, e e la successiva consegna sarà seguita da un contratto d’assistenza già definito di 15 anni di durata. L’accordo preliminare era stato siglato il giugno scorso, a Roma. Alla firma parteciparono il comandante delle forze navali dell’emirato e l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, alla presenza dei ministri della Difesa dei due Paesi, Khalid bin Mohammed Al Attiyah Roberta Pinotti (qui le foto della firma dell’accordo).

IL CONTESTO INTERNAZIONALE

Il deal è stato frutto di un lavorio diplomatico italiano iniziato da mesi, ed intensificatosi nel marzo scorso, quando la francese Dncs era entrata a gamba tesa nella partita. L’annuncio definitivo dell’accordo arriva in una fase calda dei rapporti tra Francia e Italia, che passa dalle tensioni economiche legate proprio a Fincantieri (e a Tim) e a quelle politico-diplomatiche sulla Libia, dove Parigi ha cercato di intestarsi il processo di rappacificazione del paese ospitando i leader delle due fazioni e fornendo al nuovo delegato Onu il primo palcoscenico internazionale su cui operare. La Francia inoltre sta cercando di giocare un ruolo anche nella crisi del Golfo (che è l’altro degli aspetti delicati della situazione), con interessi sia in Qatar, sia nei paesi che lo hanno isolato come Emirati Arabi e Arabia Saudita.

LA DOPPIA DIPLOMAZIA ITALIANA

All’iniziativa di Parigi l’Italia ha risposto chiudendo un accordo con il premier onusiano per il controllo dei traffici migratori sin dalle acque libiche, e contemporaneamente è volato in missione in Libia l’ad di Eni Claudio Descalzi, che ha avuto incontri di alto livello e ha fatto valere l’impronta a Sei Zampe della ditta italiana – la più grande operativa sul suolo libico. Qualche giorno fa Descalzi aveva anche viaggiato a Doha, a segnare ancora questo doppio lavoro politico formale e informale. Alla “diplomazia del gas”, come l’ha chiamata il capo dell’Eni, Roma ha abbinato un’azione diplomatica di mediazione che ha portato già a due incontri formali tra Alfano e il suo corrispettivo qatarino da quando la crisi del Golfo è iniziata.

 



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