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Ventotene, l’isola del tesoro?

Qualcuno informi, vi prego, il Sotto-Segretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Maria Elena Boschi, che sta dicendo sciocchezze.

Oggi si è fatta ritrarre gaudente sull’isola di Santo Stefano, nel comune di Ventotene, per i lavori di sventramento di un’isoletta al centro di un parco naturale, volti alla costruzione di un eliporto, che a sua volta dovrebbe essere funzionale ai lavori di riqualificazione del carcere del 1795. Una struttura pregevole, realizzata sulla scia del panopticon, il luogo di reclusione ideale ideato da Jeremy Bentham nel 1791 (quello, per intenderci, in cui la visione delle guardie su quello che fanno i carcerati è totale, e che pare abbia ispirato George Orwell per la stesura di 1984).

A che dovrebbe servire il carcere ristrutturato? Ad ospitare un centro di alta formazione in studi europei, ispirato alla figura di Altero Spinelli che, non molto lontano da lì, scriveva con Ernesto Rossi nel 1941 il Manifesto di Ventotene, un progetto per la pace in Europa.

Un’iniziativa lodevole, che si presupporrebbe sia intesa a rilanciare una visione dell’integrazione europea finora perdente in Europa: ossia quella di trasformare l’Europa dei governi in un’Europa dei cittadini, come indicava appunto il Manifesto di Ventotene, passando da un’Europa intergovernativa (lontana dalle esigenze dei suoi 500 milioni di cittadini) ad una genuina democrazia sovranazionale. Una visione che il governo italiano sembra aver voluto far propria, con lo stanziamento di 70 milioni di euro del CIPE per Santo Stefano.

Peccato che Santo Stefano, col Manifesto di Ventotene, non c’entri assolutamente nulla…

Capisco che le due isole sono vicine; sarà stato probabilmente questo a trarre in inganno prima Renzi (che stanziò i fondi), poi la Boschi, Franceschini ed altri (che ieri inauguravano l’eliporto).

Santo Stefano, per chi non la conosce, è uno scoglio sul quale non esistono infrastrutture idriche, elettriche, approdi naturali (anche far attraccare un boston waler da 5 metri può essere un problema).

Ok, adesso che c’è un eliporto possono arrivarci gli elicotteri… Ma qualcuno dovrebbe spiegarcene il senso. Hanno intenzione, oltre a ristrutturare il carcere, di costruire anche attracchi per barche di medie dimensioni e minime infrastrutture di approvvigionamento idrico ed elettrico? Perchè altrimenti diventa complicato farne un centro di alta formazione, presumibilmente visitato ogni anno da migliaia di persone.

Ma sapete qual è la cosa più divertente? Che né Spinelli, né Rossi né tutti gli altri personaggi famosi che sono transitati dal confino a Ventotene hanno mai messo piede a Santo Stefano! Era Ventotene l’isola destinata al confino, non Santo Stefano.

Il Manifesto di Ventotene è stato ideato e scritto a Ventotene, non a Santo Stefano (come ha ironicamente ricordato Giulio Saputo, ex Segretario Generale della Gioventù Federalista Europea, su fb “Il sassolino nella scarpa”).

Non a caso, proprio per celebrare il Manifesto e le sue idee ancora oggi largamente inascoltate, dal 1982 tutti gli anni si riuniscono sull’isola giovani e accademici da tutta Europa per un’intensa settimana di formazione sull’integrazione europea in una prospettiva federalista, quella appunto di Spinelli.

Possibile che nessuno si sia preso la briga di interrogare chi ha già quasi 40 anni di esperienza nell’alta formazione sul federalismo europeo? Chi ne ha fatto oggetto delle proprie riflessioni accademiche e del proprio impegno civile? O quantomeno di invitarli a condividere idee e progetti per un centro che dovrebbe fare del federalismo europeo l’oggetto privilegiato di studio.

Speriamo che i 70 milioni diretti a Santo Stefano non siano destinati a diventare una semplice operazione d’immagine o, ancora peggio, un’operazione meramente speculativa.


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