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Cl, i partiti, le migrazioni e il terrorismo. Che cosa ha detto Violante al Meeting di Rimini

Oggi “la democrazia è ridotta a pura tecnica di governo”, col rischio di fare “scomparire i suoi valori: pluralismo, libertà religiosa e di parola, separazione dei poteri, libere elezioni”. Oltre alla “perdita della memoria della democrazia” da parte dei “giovani, che non hanno partecipato alla storia della sua costruzione”. Ma “se non ci sono più i valori l’importante diventa vincere, non governare”, e così si verifica  un processo di “caporalizzazione dei partiti”, dove ci si rivolge a un “condottiero, che deve essere seduttivo e narcisista”.

L’ANALISI DI LUCIANO VIOLANTE SULLA CRISI DELLA DEMOCRAZIA
Questi i passaggi salienti dell’analisi esposta ieri al Meeting di Rimini, organizzato da Comunione e Liberazione dal 20 al 26 agosto, dall’ex presidente della Camera dei Deputati Luciano Violante, tra gli ospiti di spicco della kermesse ciellina già da qualche anno. “Voi siete una cosa straordinaria perché siete una comunità, che punta sui legami orizzontali, e siete i protagonisti di voi stessi e della vostra storia”, ha detto rivolgendosi ai volontari e al pubblico del Meeting. “Mentre in politica si va in una direzione diversa”, quella cioè in cui “il partito da comunità diventa un piedistallo”. E “trovo molto pericolosa la delegittimazione della politica da parte dei politici: sta venendo meno il mondo creato dall’illuminismo e dalla ragione, e stiamo entrando in una fase neo romantica, dove non conta la ragione ma l’emozione, dove si cerca cioè l’eroe”.

IL CICLO DI INCONTRI AL MEETING SUL “CAMBIAMENTO D’EPOCA”
Violante, che nella scorsa edizione ha firmato una mostra sui settantanni della Repubblica italiana, anche quest’anno è curatore di una parte del Meeting, un ciclo di incontri dal titolo “Cambiamento d’epoca: la crisi come passaggio”. La relazione che ha tenuto nella giornata iniziale del Meeting, giovedì 20 agosto, si è intitolata appunto “Democrazia e cambiamento d’epoca”, una lunga e approfondita analisi sulla situazione delle odierne società democratiche e sui fattori che differenziano l’attuale periodo storico dai precedenti. “Cambiamento d’epoca”, e non “epoca di cambiamento”, come disse papa Francesco nel novembre 2015 a Firenze, durante il quinto convegno nazionale della Chiesa italiana dedicato al tema del nuovo umanesimo.

QUALI FATTORI DETERMINANO IL CAMBIAMENTO
“Per la prima volta si intrecciano più fattori di cambiamento, alcuni che vedono l’uomo come protagonista, altri che lo vedono incerto”, ha spiegato Violante. Il primo è la “connessione globale: per la prima volta tutta la popolazione globale è connessa, comunicando e scambiando informazioni allo stesso momento ma causando un decadimento del dialogo”. Da qui il tema della formazione dell’opinione pubblica, che in rete avviene in maniera inedita, e “avere in mano la possibilità di modificare le opinioni significa avere in mano il processo democratico”.

LA TECNOLOGIA, I BENI IMMATERIALI E LA BIOETICA
Considerando per di più  che oggi “ci sono paesi dove il 70% del Pil deriva da beni immateriali, che dipendono dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione”. Altro importante fattore di cambiamento è rappresentato dall’esistenza di “piattaforme basate su algoritmi capaci di scrivere poesie come Montale”, che “ci mette di fronte a esseri pensanti non umani”. O dal lavoro di “biologi che stanno mettendo a punto nuovi interventi di natura genetica per sostituire la parte malata con la parte sana”, ponendo uno “scivolo etico: se domani essere basso e grasso è una malattia ci facciamo tutti biondi e muscolosi?”, ha chiesto ironicamente Violante.

I PROBLEMI DI NATURA ESTERNA: LE MIGRAZIONI E I MURI
La seconda tipologia di problemi è invece di natura esterna. Uno su tutti: le migrazioni. “Quelle tradizionali erano unidirezionali, mentre oggi avvengono in tutte le parti e direzioni del mondo. E prima si spostavano verso zone poco antropizzate, a differenza di oggi, dove il rischio è di conflitti sociali rilevanti”. Altro problema è l’aumento dei muri, causati dalla paura. “Cosa mette in discussione gli spostamenti di queste persone? Identità e welfare”, ha spiegato l’ex-magistrato. “Il governo di questi è processi è difficilissimo, ma è uno di quelli che determina il cambiamento d’epoca, creando problemi notevoli”.

LA GRANDE QUESTIONE DEL TERRORISMO E I POLITICI “FOLLOWER”
Infine il terrorismo, che “colpisce tutti”, e dove “gli attaccanti non necessariamente fanno parte della stessa organizzazione, in quanto la comunicazione avviene sulla rete”. Il punto, spiega Violante, è che il secondo tipo di processi non si riesce a governarli, e i primi chiedono responsabilità. E “nelle classi politiche si sta creando l’idea di inseguire continuamente quello che pensano i cittadini”, senza “il coraggio di difendere e seguire le proprie opinioni”. Mentre “la classe dirigente deve formare l’opinione, informando”. Così finisce per “prevalere il verosimile sul vero”, in quanto “la menzogna è più affascinante della verità: sulle varie notizie in rete prendiamo quella che ci piace di più, non quella che è vera”.

COME RIANIMARE LA DEMOCRAZIA SECONDO VIOLANTE
Oltre a ciò, “la sicurezza cheprevale sulla libertà”, “un modello culturale sempre più  incentrato sulla punizione”, e “l’iscrizione ai partiti discendente ovunque, con relativa riduzione della partecipazione al voto”. Come “rianimare” allora la democrazia? “Rispettandosi l’un altro, capendo il valore della negoziazione e del compromesso in politica”, ha chiarito Violante. Trasformando “questo momento da crisi a passaggio”, perché  “la democrazia è costruzione sociale e di comportamenti”. E “il cristianesimo può essere considerato un comportamento?”, ha chiesto in conclusione l’ex-magistrato. “D’altra parte se i valori a cui ci ispiriamo non si traducono in comportamenti, che valori abbiamo? Per questo dobbiamo ri-umanizzare la società”



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