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Aiuto, ritornano i talk show

talk show

Anniversario dell’11 settembre 2001. Sembrava un videogame. Invece era tutto vero. Aveva inizio la terza guerra mondiale.

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“Che è un paese sceso in guerra contro la verità. Che semina odio. Che minaccia di riscrivere la Costituzione”. Sono giudizi che John Le Carrè autore di indimenticabili spy stories (dove i protagonisti non sono aitanti come James Bond, ma somigliano al ragioniere della porta accanto) esprime sull’America di Trump in un’intervista a La Repubblica di sabato scorso. “Il prossimo passo – prosegue – potrebbe essere dare alle fiamme i libri. È lo spettro di un nuovo fascismo, contagioso come un virus, non a caso se ne vedono già gli effetti, in Polonia, in Ungheria, persino nella Birmania di Aung San Suu Khi. Nel mondo sta accadendo qualcosa di estremamente preoccupante. A me ricorda l’atmosfera che portò all’ascesa del fascismo in Germania, Italia, Spagna e Giappone”.

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E che cosa pensa il creatore di George Smiley di quanto ha affermato Theresa May “o sei cittadino di un paese o sei cittadino di niente”? Ecco la risposta di Le Carré: “Parole sbagliate e riprovevoli. Ma ad esprimerle è una classe di politicanti di serie B. Aspettiamo qualcuno che faccia rinsavire la nostra nazione”.

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“La riflessione – scrive Enrico Cisnetto sulla newsletter di Terza Repubblica – nasce dalle patetiche esibizioni di Luigi Di Maio e Matteo Salvini a Cernobbio, alla sempre più inutile kermesse che cerca di radunare “chi conta” senza chiedersi se e per cosa conta. Ma, attenzione, ad essere patetici non sono stati i due esponenti politici, ma chi ha pensato bene di invitarli. Vedete, il declino di un paese non si misura mai solo dalla crisi della politica e dal grado di consunzione delle istituzioni pubbliche, ma anche – e forse soprattutto – dall’involuzione della sua classe dirigente e dall’impoverimento culturale del suo establishment economico-finanziario”. Come si fa a dargli torto?

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La festa è finita. Nei prossimi giorni, insieme con i talk show, ritorneranno la povertà, la disoccupazione, i pensionati che frugano nelle immondizie, i giovani che emigrano all’estero, i lavoratori anziani che rivendicano di andare in quiescenza in anticipo, i commercianti derubati dalle tasse, le famiglie di bravi italiani costrette a vivere sotto i ponti “perché le case popolari vengono date solo agli immigrati”. Non ci faranno mancare nulla.


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