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Anche il cibo è cultura. Parola del ministro Valeria Fedeli

Di Valeria Fedeli

Un manifesto che già dal titolo mette in chiaro l’approccio con il quale dobbiamo guardare all’agricoltura e all’industria alimentare nel nostro Paese e in Europa: “Cibo per la mente”. È un’espressione illuminata che allarga lo spettro della riflessione su questi ambiti, portandoci a guardare al cibo osservandone le implicazioni sociali, civili, culturali, oltre che economiche. Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, ha detto: “Il cibo, energia per la vita, ha perso negli ultimi anni buona parte della sua valorialità, è divenuto merce, commodity. Ridare valore al cibo significa comprendere che l’alimentazione e l’agricoltura prosperano quando sanno essere espressione di una visione complessa e olistica della vita. Non solo produzione e consumo, ma sapienza e memoria, conoscenza e spiritualità, pratiche tradizionali e moderne tecnologie”.

Quello che state facendo è quindi ragionare sullo sviluppo del nostro Paese, in un’ottica internazionale, ma soprattutto secondo direttrici di sostenibilità. Ciascuno per la propria parte e per il proprio ruolo. È un momento di riflessione importante: riscoprire e valorizzare l’elemento di identità culturale del cibo diventa centrale di fronte alle sfide che la globalizzazione oggi ci pone. E non tanto in termini di chiusura rivendicativa del proprio patrimonio, quanto piuttosto come occasione di apertura a nuovi e differenti mercati. A nuove e differenti culture. Educare le nuove generazioni all’attenzione verso le nostre risorse naturali – e al nostro patrimonio di conoscenze a queste legato – vuol dire, da una parte renderle consapevoli del valore e della portata della nostra tradizione in questo settore, dall’altra spingerle a rinnovare ciò che il più delle volte danno per scontato, attraverso le loro idee, la loro differente sensibilità, le innovazioni tecnologiche che devono rappresentare concretamente un’occasione di crescita.

Si tratta di una scommessa – educativa – e di un investimento che dobbiamo essere in grado di sostenere per riuscire a stare al passo con i tempi e non disperdere saperi, competenze, risorse radicati nella nostra identità e che possono costruire, opportunamente combinati, nuovi percorsi di sviluppo sostenibile per il Paese. È per questo che il ministero che rappresento sta agendo e continuerà ad agire concretamente su due binari, entrambi ugualmente fondamentali: quello dell’educazione ai corretti stili di vita e quello della spinta all’innovazione e alla sostenibilità. Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo in modo trasversale, partendo dalla scuola per arrivare fino alla ricerca, attraverso, ad esempio, il Piano per l’educazione alla sostenibilità che abbiamo lanciato quest’estate e attraverso specifici investimenti nel campo della ricerca come quelli del Programma Prima, un ambizioso progetto di cooperazione scientifica per l’area euro-mediterranea sui sistemi alimentari e le risorse idriche. L’obiettivo è offrire al nostro migliore capitale umano l’opportunità di mettere le proprie intelligenze a servizio del Paese e fornire alle nuove generazioni gli strumenti e le conoscenze per essere protagoniste consapevoli di un futuro che metta al centro la crescita sostenibile nell’ottica dell’Agenda 2030 dell’Onu.

 

A questo link il testo del manifesto “Cibo per la mente: le sfide del sistema europeo. Come liberare il potenziale produttivo dell’agricoltura e dell’industria alimentare nell’Unione Europea”.

A questo link il video-intervento del ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, nel corso della presentazione del manifesto alla Camera dei Deputati.

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