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Perché festeggio l’assoluzione di Ottaviano Del Turco

La procura generale di Perugia ha chiesto l’assoluzione dall’accusa di associazione per delinquere dell’ex presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, e degli altri imputati coinvolti nel processo bis sulla sanitopoli abruzzese in corso nel capoluogo umbro. Per tutti il magistrato, al termine del suo intervento, ha chiesto di rivedere al ribasso le condanne già inflitte in secondo grado all’Aquila. La decisione della Corte potrebbe arrivare in giornata“. Così le agenzie di stampa. Attendiamo la sentenza della Corte, confidando nella giustizia (che nel caso di Del Turco è stata cieca nel vero significato della parola). Poi citeremo Orazio: “Nunc est bibendum, nunc pede libero pulsanda tellus“. Ma sulla gioia ha il soppravvento l’indignazione, è sordo il rancore: ci sono voluti più di nove anni al mio amico Ottaviano per veder svanire – almeno con riferimento alle accuse più gravi – l’incubo di un drammatico risveglio di buon ora, il 14 luglio 2008.

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AfD nelle elezioni del Bundestag ha ottenuto il 12,6% dei voti, destando una meraviglia compiaciuta nei commentatori di casa nostra, i quali fingono di dimenticare che la Lega di Matteo Salvini è accreditata, nei sondaggi, di due punti percentuali in più. Qualcuno dirà che i due partiti sono diversi. Ma allora che cosa ci facevano, insieme, a Coblenza?

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Non sarà facile per Angela Merkel dar vita ad una maggioranza e ad un governo “Giamaica” (così definito per l’accostamento dei colori che contraddistinguono i democratici cristiani, i liberali e i Verdi). Da noi, invece, ci sarebbe una maggioranza quasi sicura per i numeri ed i programmi: a sostegno di un governo guidato (si fa per dire) dal ticket Di Maio-Salvini.

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In politica bisogna vincere. Andarci vicino conta solo a bocce. E a biliardo.

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Si è svolta domenica scorsa una manifestazione di “Forza Europa” a Milano, dove è stata annunciata l’intenzione di presentare una lista alle prossime elezioni. Il ragionamento non fa una grinza: visto che tutte le forze politiche, sia pure con programmi pasticciati, prenderanno le distanze dal rigore, dall’Europa e dall’euro, potrebbe avere uno spazio una coalizione che raccolga – gramscianamente – le bandiere che gli altri getteranno nel fango.

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