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La passione di Brigitte Macron per gli abitini da ragazza yé-yé

A Brigitte Macron, si sa, piace stupire in fatto di look. Durante tutta l’estate le sue minigonne – e le controversie sull’ufficializzazione del suo ruolo – sono state al centro dell’attenzione e all’assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, nei giorni scorsi, la première dame ha tenuto fede alla propria linea. Ma si badi bene, potrebbe non trattarsi solo di vanità. Oltre alle gambe c’è di più, come diceva qualcuno. Oltre alle gambe, c’è la politica.

IN MINIGONNA CON MALALA

Una linea invidiabile (anche a detta di Trump…) quella della signora Macron, che le permette sempre di osare con tacchi altissimi e minigonne. Come lo scorso mercoledì, quando Emmanuel e Brigitte Macron hanno incontrato Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace nel 2014, per parlare di istruzione femminile nel mondo e di quali iniziative la Francia può mettere in campo. Davanti al premio Nobel con il velo sul capo, la signora Macron indossava un abito nero, corto, Louis Vuitton, che da seduta le lasciava i femori completamente scoperti. Le critiche dalla stampa non hanno tardato ad arrivare e neppure le reazioni piccate dai social media. Al tweet con foto dell’incontro, postato dall’account del presidente, le risposte femminili sono state tutt’altro che solidali con Brigitte: “Che volgarità”, “Un po’ di dignità!”, “Con la minigonna non si ringiovanisce!” e così via.

ALL’ONU: UN PO’ YE’-YE’, UN PO’ BURLESQUE

Quella di Brigitte per gli abitini mod, stretti sopra e larghi sotto, da ragazza yé-yé, è proprio una passione. Spesso sono semplici, ma con qualche sorpresa sfiziosa, come quello indossato il primo giorno al Palazzo di vetro. Apparentemente innocuo, corto e color crema, nascondeva un dettaglio irriverente dal sapore burlesque: una sottile striscia di pizzo nero “vedo-non vedo” intorno al giro seno che lasciava intuire la lingerie. Stesso concetto per l’abito di settembre indossato in occasione delle celebrazioni per le Olimpiadi di Parigi 2024: corto, blue navy, il colore coordinato con il vestito del marito, il girovita velato da una striscia di pizzo nero. Immancabili le décolleté con tacco stiletto e punta aggressiva di metallo, il tutto accompagnato da un blazer con ricami color crema e chiusura a zip.

STUPIRE SEMPRE, STUPIRE TUTTI: LE CALZE COLOR PELLE

Dopo avere abituato il mondo a un’allure sexy, ai miniabiti e ai dettagli rock-metallici, a fine agosto in Bulgaria ha ancora spiazzato tutti, con un accessorio che meno attraente non si può: i collant nude. Quelli che tutte le donne hanno giurato almeno una volta di non usare mai, nemmeno sotto tortura. C’è un però: l’effetto visivo su Brigitte non è stato disturbante, ma elegante. Non tutte le first lady diventano icone di stile. Perché a Brigitte Macron è accaduto, tanto da persuadere il brand di street fashion H&M a vendere una t-shirt con il suo nome in lettere rosa nel flagship store di Parigi – esaurite in un solo giorno? Quando si è accesa la luce rossa sui suoi vestiti, sulle sue borse, sulle sue gonne?

DAGLI APPREZZAMENTI DI TRUMP ALLA STAMPA SPECIALIZZATA

L’incontro con i Trump all’Hotel des Invalides a luglio è stato il momento in cui la stampa specializzata nella moda l’ha notata. La lunga estate di Brigitte è cominciata proprio allora, quando Donald Trump e la moglie Melania hanno visitato Parigi e il presidente Usa ha fatto un apprezzamento sull’aspetto della signora Macron. “Sei in grandissima forma”, le ha detto, scatenando fiammate di indignazione e accuse di essere sessista e ageist (discriminatorio in base all’età). Di contro questo episodio ha acceso un occhio di bue su Brigitte e sul contrasto fra la moglie del presidente francese, più grande del marito di vent’anni e la più conformista Melania Trump. L’abito bianco Louis Vuitton – ne ha diversi, in differenti colori – indossato in quell’occasione ha innescato decine di articoli sull’eleganza francese e a quel punto la prèmiere dame ha assunto il ruolo di ambasciatrice della moda. “Ogni volta che viaggio all’estero mi chiedono cosa indosso”, ha detto a France Info. “È un’arte cui sono davvero felice di poter contribuire dandole un po’ di visibilità”.

MINIGONNA DI LOTTA E DI GOVERNO

Brigitte, dicono gli amici, non è mai stata una conformista, ed è lodevole che abbia depotenziato l’idea che uomini ricchi e potenti debbano avere mogli più giovani. Ha avuto una lunga carriera nell’istruzione, ha partecipato da vicino all’ascesa politica del marito e continua a essere uno dei suoi più vicini consiglieri. Secondo Politico, ora che lei è totalmente sotto i riflettori, il suo ruolo può prendere una dimensione maggiore, quella di un vero e proprio asset politico, da mettere in campo per sviare l’attenzione quando il gioco per il marito si fa duro. Quando il punteggio nei sondaggi è caduto, prima delle loro vacanze estive a Marsiglia, lei ha riempito le pagine dei media con la controversia sul suo ruolo ufficiale e sul suo titolo, operazione culminata con l’intervista a Elle, accuratamente programmata.

È stato in quel momento, mentre “il paese era distratto”, sostiene il sito americano, che il team di Macron ha potuto mettere a segno i dettagli della riforma dirompente del codice del lavoro. La strategia per cui il presidente fa un passo indietro in modo che la moglie possa farne uno avanti potrebbe diventare routine nei mesi a venire, pur trattandosi di una tattica dal respiro corto, che può aver distratto sul breve periodo l’opinione pubblica, ma non ha fatto retrocedere di un solo passo le forze e le iniziative contrarie al jobs act. E si è visto dall’affluenza alle manifestazioni dei sindacati e dai sondaggi che cadono a picco di settimana in settimana. “Brigitte Macron non ha intenzione di assumere un ruolo politico di primo piano – ha detto a Politico un suo assistente – ma se ha la possibilità di aiutare in qualsiasi modo il marito, lo farà”. Altro che frivolezze, quindi. Il costume, ancora una volta, è politica.

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