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Ecco come Theresa May sta rimodellando i Tory

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Ferie finite al numero 10 di Dowing Street. Theresa May è alla sua scrivania decisamente intenzionata a calmare le acque di un partito conservatore che vogliono allo sbando. Ma il primo ministro inglese ha già chiarito che a mollare la presa non ci pensa mica, piuttosto, oltre che energie per la Brexit ne sta raccogliendo già di nuove per le prossime elezioni generali.

Quelli dello Spectator ironizzano preoccupati: cosa ci sarà da aspettarsi dopo la pausa estiva? Le ultime vacanze, infatti, avevano fatto partorire a May l’idea delle elezioni anticipate, e sappiamo tutti come sono andate poi le cose. Adesso? La verità è che la signora May sembra inarrestabile e nonostante la narrazione inventata dal fronte del “remain” che vuole il Regno Unito debole e confuso. Theresa May ha dimostrato mano ferma senza sembrare dittatoriale, estremamente disposta a cambiare tattica e stile per il bene del Paese e del partito. E una cosa resta certa: per il momento il partito conservatore inglese non intende cambiare il nome sul citofono del numero 10. Perché scegliere un leader, e poi impedirgli di guidare è un suicidio politico bello e buono. E i tories lo sanno bene.

E se è strano pensare a quando solo pochi mesi fa la signora May godeva di una popolarità mai registrata per un primo ministro britannico, e a come siano cambiate vertiginosamente le prospettive, la cosa in realtà dimostra tutto il lato positivo e speranzoso di una donna che non vede l’ora di recuperare lo smalto perso agli occhi degli elettori. May ha tutte le intenzioni, infatti, di farsi perdonare il peccato di un’elezione che non è stata capace di rafforzare il governo. E l’agenda autunnale si dimostra densa di punti all’ordine del giorno.

Per i corridoi che contano è una sola la voce che si rincorre nelle ultime ore: un imminente rimpasto. Il Primo Ministro vuole scuotere la sua squadra e far arrivare ossigeno nuovo. A saltare potrebbero essere le teste di Sajid Javid, Andrea Leadsom e Liam Fox. I tre che hanno storto un po’ troppo il naso ultimamente per la gestione May. I bookmakers si stanno fregando le mani e sembrano pronti, insieme al Times, a puntare tutto su Jacob Rees-Mogg, l’uomo tra i favoriti a ricevere un incarico ministeriale nell’imminente rimpasto.

Una promozione che potrebbe significare un battesimo del fuoco per l’ultra conservatore ed euroscettico Rees-Mogg. L’eccentrico deputato che ha fatto breccia nel cuore della destra inglese, l’uomo dallo stile antico, conservatore, è diventato già un profilo di culto nella politica britannica, tanto da essere stato lanciato addirittura per il posto da leader nello stesso partito. Destinato a scalzare la May? Chissà, eppure a vederlo in lista tra i favoriti alla poltrona da ministro ha già fatto stappare ai suoi sostenitori – che aumentano a dismisura – qualche bottiglia di brandy. La scelta della signora May di prenderlo in considerazione potrebbe significare un bagaglio di esperienza importante per lui e una mossa inaspettata quanto furba per lei.

Rees-Mogg per tutta l’estate non ha fatto altro che giurare fedeltà al primo ministro e ribadire la sua posizione ferma per una “hard Brexit”. Ma soprattutto, come negli ultimi giorni, ha sostenuto l’assurdità di pagare anche un solo centesimo del multi-miliardario conto imposto da quelli Bruxelles per il divorzio. Intanto, dietro l’angolo c’è un importante appuntamento per la Brexit: giovedì inizierà la seconda lettura del Repeal Bill prima del voto deciso di lunedì notte. E se il manipolo di ribelli tories dovesse allearsi con il Labour – che ha già fatto la sua inversione a U rinnegando, sostanzialmente, la posizione espressa al referendum dello scorso giugno – sarebbe una vera Waterloo per May.



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