Si riapre (forse) il giallo di Emanuela Orlandi, la figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia e cittadina vaticana che nel 1983, all’età di 15 anni, sparì in circostanze misteriose e finora mai chiarite. A riaprire quella pagina così oscura della storia italiana – che si collega a vicende buie come quella della Banda della Magliana, del Banco Ambrosiano e dello Ior di Paul Marcinkus – è stato il giornalista de l’Espresso Emiliano Fittipaldi, che sull’argomento si prepara a tornare in libreria con il suo nuovo lavoro dal titolo Gli impostori. Nel libro – di cui oggi Repubblica ha dato ampie anticipazioni – il cronista racconta di un dossier datato 1998 che proverrebbe dal Vaticano, nel quale si afferma che la Santa Sede spese quasi 500 milioni per allontanare la giovane Orlandi da Roma e trasferirla a Londra fino al 1997.
LA REAZIONE VATICANA
“Una documentazione falsa e ridicola“, secondo il portavoce della Santa Sede Greg Burke, alla cui reazione si è aggiunta quella del cardinal Giovanni Battista Re (nella foto), al quale – secondo la ricostruzione di Fittipaldi – sarebbe stato inviato il dossier nel 1998. Re – che oggi ricopre il ruolo di prefetto emerito della Congregazione per i Vescovi – all’epoca era Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato. “Non ho mai visto quel documento pubblicato da Fittipaldi, non ho mai ricevuto alcuna rendicontazione su eventuali spese effettuate per il caso di Emanuela Orlandi“, ha commentato il cardinale a Stanze Vaticane, il blog del Tgcom24.
LA SPIEGAZIONE DI FITTIPALDI
“Ho trovato un documento uscito dal Vaticano. Ci ho lavorato mesi, e ho pubblicato un libro, ‘Gli impostori’, che uscirà tra qualche giorno. Il documento choc è un riassunto di tutte le note spese per un presunto allontanamento domiciliare di Emanuela Orlandi. La ragazzina che viveva nella Santa Sede scomparsa nel 1983“. E’ questo il commento che Fittipaldi ha affidato a Facebook. “Leggendo il resoconto e seguendo le tracce delle uscite della nota che l’estensore attribuisce al cardinale Lorenzo Antonetti – ha spiegato ancora il giornalista – sembra che il Vaticano abbia trovato la piccola rapita chissà da chi, e che abbia deciso di ‘trasferirla’ in Inghilterra, a Londra. In ostelli femminili. Per 14 anni le avrebbe pagato ‘rette, vitto e alloggio’, ‘spese mediche’, ‘spostamenti’. Almeno fino al 1997, quando l’ultima voce parla di un ultimo trasferimento in Vaticano e ‘il disbrigo delle pratiche finali‘”. “Delle due l’una”, ha concluso Fittipaldi: “O il documento è vero, e apre squarci clamorosi e impensabili sulla storia della Orlandi. O è un falso, un apocrifo che segna una nuova violenta guerra di potere tra le sacre mura“. Insomma, sembra che neppure lo stesso cronista sia certo dell’autenticità del documento il quale, però – a suo avviso – sarebbe certamente di provenienza vaticana.
I DUBBI SULL’AUTENTICITA’ DEL CARTEGGIO
In queste ore in molti stanno mettendo in dubbio la veridicità del documento, vaticanisti e no. Secondo il direttore di Miracoli Antonino D’Anna, una serie di elementi farebbero pensare a un dossier non autentico: “La carta è troppo recente ed i caratteri in uso non sono quelli che si usavano a fine anni ’90. Spiego meglio: il tipo di carattere utilizzato, l’Andale Mono, è nato nel 1995 ma distribuito con Internet Explorer 4.0. A fine anni ’90, con lo strapotere di Word per Windows, c’era e si usavano in massa il Times New Roman o l’Arial“, ha scritto su Facebook. E poi ancora dubbi sul tipo di stampante utilizzata e pure sul linguaggio: “Mi lascia perplesso il fatto che si scriva Sua Riverita Eccellenza. Che io sappia l’appellativo è Sua Eccellenza Reverendissima“. Conclusione di D’Anna: “Più che altro mi pare che questo sia l’inizio di un’altra Vatileaks“. E il vaticanista della Stampa, Andrea Tornielli, parla esplicitamente di documento-“patacca” in questo commento.
(L’ANALISI DI MAINARDI PER FORMICHE.NET)