Manca solo l’ufficialità, ma è stata finalmente definita la short list che punta alla gestione del progetto Rep di Intesa Sanpaolo, la partnership sulla gestione di crediti deteriorati con sottostante immobiliare per circa 1,35 miliardi (simile al progetto Sandokan di Unicredit). In gara, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza sono rimasti Gwm in tandem con Pimco, Pillarstone insieme a Kkr e Coima, e infine Tpg insieme a Starwood e Prelios.
LA TEMPISTICA
La procedura prevede che le offerte vincolanti arrivino entro ottobre, probabilmente con l’obiettivo di individuare entro la fine dell’anno la cordata con cui procedere in esclusiva. Per Coima, la società guidata da Manfredi Catella, già partner di Kkr in Italia su altri progetti, si tratta della prima operazione legata a non-performing immobiliare, e il ruolo accanto a Pillarstone sarà quello di partner tecnico, che dovrebbe occuparsi principalmente dell’asset management.
IL PROGETTO
Il progetto allo studio prevederebbe la creazione di un veicolo Spv con gli investitori chiamati a immettervi nuove risorse per massimizzare la capacità di recupero dei crediti. Come già accaduto per Unicredit con Sandokan, anche Intesa Sanpaolo resterà socio della piattaforma una volta che questa prenderà vita. L’operazione di Intesa Sanpaolo si inserisce in un contesto più ampio e più generale nel quale l’obiettivo e la scommessa del sistema bancario è recuperare valore dalle sofferenze, andando contro i voleri della Vigilanza Ue (che spinge invece per la cessione) e con la quale è in corso un confronto serrato.
GLI OBIETTIVI
Intesa Sanpaolo sta dimostrando che l’impresa, pur molto impegnativa, può portare discreti risultati se l’istituto dispone di risorse sufficienti a gestire i portafogli di esposizioni deteriorate. Nel primo semestre dell’anno le attività di recupero della Capital Light Bank, la divisione costituita a fine 2014 sotto la guida di Giovanni Gilli (che gestirà anche il progetto Rep) e dedicata alla gestione di asset non core, hanno incassato più di 800 milioni. Al risultato hanno contribuito sia le gestioni interne che i servicer esterni, a cui Intesa si appoggia soprattutto per i portafogli di piccolo taglio.
I NUMERI
Il numero si confronta con i 600 milioni incassati nella prima metà del 2016 e con gli 1,2 miliardi portati a casa nell’intero esercizio. Ancora prima, nel 2014, la banca guidata da Carlo Messina aveva recuperato 800 milioni, saliti a 950 nel 2015 quando la Capital Light Bank era già pienamente operativa. La tendenza al miglioramento per il gruppo è insomma costante e potrebbe essere confermato nei prossimi trimestri. Anche perché Intesa Sanpaolo ha messo in atto iniziative volte a incrementare i recuperi, con la predisposizione di sistemi incentivanti dedicati.
GLI SCENARI
Nella prima metà dell’anno peraltro l’attività di recupero ha affiancato quella di cessione degli stock. Intesa ha infatti messo sul mercato un portafoglio dal valore nominale di circa 2 miliardi, ceduto a giugno a Christofferson Robb & Company e Bay View (progetto Beyond the Clouds) e ora appunto sta lavorando al progetto Rep. Parallelamente procede l’attività di Reoco, soggetto che si occupa della gestione attiva delle garanzie immobiliari. Nel primo semestre la struttura ha effettuato interventi diretti sia in asta che in auction support, cioè favorendo l’operatività di investitori esterni per avere una gestione più attiva del collaterale immobiliare.
A fronte di iniziative di questo genere su circa 80 immobili, ci sono state aggiudicazioni per un controvalore di 15 milioni.
(Pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)