Al via nel Kurdistan iracheno le operazioni di voto per uno storico referendum sull’indipendenza da Baghdad, un voto dalle conseguenze imprevedibili, sia per l’Iraq che per gli altri Paesi dell’area, a cominciare dalla Turchia. Le operazioni di voto sono iniziate alle 8 (le 7 in Italia) e continueranno per 12 ore. Sono 12.072 i seggi a cui sono chiamati i 5,3 milioni di elettori curdi registrati, sparsi in tre province del Kurdistan autonomo: Erbil, Sulaimaniyah e Dohuk, ma anche nella provincia contesa (e ricca di petrolio) di Kirkuk. L’iniziativa referendaria, promossa dal presidente della regione autonoma curda Massoud Barzani, ha irritato e preoccupato il governo iracheno e i Paesi confinanti dove vivono importanti minoranze curde: Turchia, Iran e Siria.Il problema non è l’idea in sé dell’indipendenza, che raccoglie un trasversale favore tra i curdi, ma lo stesso Barzani. Secondo molti analisti il vero obiettivo del presidente è infatti rafforzare il suo potere e tentare di strappare un ulteriore mandato. Cogliendo allo stesso tempo la congiuntura favorevole per rivendicare la causa del “popolo senza uno Stato”, i cui combattenti sono stati – e in Siria continuano ad essere – cruciali nella guerra allo Stato islamico. I risultati saranno resi noti martedì 26 settembre.
(Testo Askanews)