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Tutte le contraddizioni della legge Fiano sul fascismo

Nel referendum del 4 dicembre scorso ho votato No. Sono sempre più convinto di aver preso una decisione saggia.  Immaginiamo, tutti insieme, che il sistema politico fosse già oggi quello prefigurato del combinato disposto tra la (contro)riforma istituzionale e la legge denominata “Italicum”: un Parlamento sostanzialmente monocamerale (qualunque fosse il ruolo residuo del Senato l’ultima parola sarebbe spettata alla Camera) e una legge elettorale che avesse garantito la “dittatura” della maggioranza (che altro non sarebbe stata se non una minoranza dopata dal premio). In tale assetto istituzionale un provvedimento talebano come quello a prima firma di Emanuele Fiano, (nella foto), sarebbe già legge dello Stato. Giudicarlo talebano è fargli un complimento: l’islamismo radicale almeno se la prende con i patrimoni dell’umanità, con le opere d’arte che hanno sfidato i secoli, non con i gadget, magari made in China, che raffigurano i simboli del fascismo e del nazismo.

Sembra di essere tornati ai tempi in cui le banconote recavano la scritta: “La legge punisce i fabbricatori e gli spacciatori di monete false”. È veramente singolare che una persona della cultura e della storia (anche famigliare) di Fiano si sia messa a fare la guerra non solo ai nostalgici o ai neofiti del fascismo, ma anche ai collezionisti, ai produttori di giocattoli (come ad esempio i soldatini raffiguranti i combattenti della Seconda guerra mondiale) e a chi, appeso al muro di casa sua, intende conservare un ritratto di Mussolini, magari ereditato da chissà chi e riposto in un sottoscala. È un’iconoclastia insensata, come se a cancellare ogni immagine dei dittatori del secolo scorso ci si mettesse al sicuro dal ripetersi di esperienze come quelle tragicamente vissute dai nostri genitori e nonni. Quando, al contrario, sarebbe più urgente accorgersi del fascismo di nuovo conio che siede in Parlamento (e che non è costituito dai nostalgici di quello antico).

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Quale è la conclusione? Per fortuna c’è una seconda Camera, dotata dei medesimi poteri e con una composizione non uniforme alla prima, che può correggere o insabbiare i progetti di legge infelici, assurdi o liberticidi. E purtroppo in questa coda di legislatura di provvedimenti sbagliati ce ne sono parecchi.

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La cosa amena del progetto di legge Fiano (già approvato dalla Camera) è che se la prende soltanto con i riti e i simboli del fascismo e del nazionalsocialismo “tedesco”. Ciò significa che si possono collezionare le cianfrusaglie degli Ustascia croati di Ante Pavelic o della Falange franchista, oppure delle Croci Frecciate ungheresi? E perché non i simboli della Guardia di ferro rumena o della British Union of Fascists o delle Camice blu irlandesi oppure della Nasjonal Samling norvegese e del Movimento patriottico del popolo in Finlandia?



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