Si legge in una nota della Farnesina: “L’acquisizione del 49% di Meridiana da parte di Qatar Airways rappresenta una svolta per il futuro della compagnia e del trasporto aereo italiano, che contribuirà ulteriormente alla valorizzazione del patrimonio turistico nazionale, in particolare nel Meridione”. Giovedì, dopo mesi di trattative (l’accordo di conferimento e il patto parasociale risalgono al luglio 2016), la compagna qatariota ha firmato l’ingresso in Aqa Holding, che gestirà Meridiana (il closing prevede che l’altro 51 per cento sarà invece di Alisarda) e fa sapere con una nota stampa che la partnership “rafforzerà” la competitività della compagna sarda nel mercato europeo, ma soprattutto consoliderà (ancora) i legami con l’Italia. (qui l’articolo di approfondimento di Formiche.net su tutti i più recenti “occhiolini del Qatar all’Italia)
Il Qatar è in cerca di accrediti internazionali, resa ancora più frenetica da quando è stato colpito dal blocco diplomatico con cui un gruppo di Paesi arabi sunniti l’hanno isolato (formalmente perché finanziatore occulto di gruppi terroristici, ma anche con l’obiettivo di bloccarne l’assertività regionale e globale che era diventata piuttosto indipendente dalla linea dei paesi del Golfo, che i sauditi intendono dettare). Anche a questo contesto occorre guardare quando si vedono realizzati investimenti strategici che coinvolgono il fondo sovrano di Doha in questi mesi. È il soft power, il Qatar lo gioca con quel che ha: tanto gas naturale, e tanti, tantissimi, soldi del fondo Qia.
Meridiana ha una flotta da rinnovare, ed è questo il primo aspetto su cui lavorerà la compagnia di Doha, considerata da anni nell’Olimpo delle migliori al mondo. Il Ceo di Qatar Airways, Akbar al Baker, ha già annunciato che la compagnia italiana potrà usare i Boeing 737 MAXs, già ordinati lo scorso anno dalla qatariota proprio con l’obiettivo di far fronte alle necessità delle operazioni in Italia è in India, prossimo obiettivo degli interessi della Qatar-Air.
Dai negoziati coperti finora non esce il valore economico dell’investimento. Ma non sfugge che l’operazione qatariota iniziata diverso mesi fa in Italia — uno di una lunga lista, il Qia ha piazzato in Italia 6 miliardi di dollari divisi tra i settori bancario, finanziario, dei trasporti, immobiliare, turistico e moda — poteva avere già una lettura connessa alla politica mediorientale. Alitalia è infatti in parte controllata dalla Etihad, compagna emiratina, e Abu Dhabi è uno dei governi che quattro mesi fa ha più spinto per l’isolamento di Doha e con cui il confronto tra cugini è in atto da tempo. Da quando a giugno è iniziato lo scontro diplomatico tra Qatar e blocco dei paesi isolanti Roma ha preso parte attivamente nei tentativi di de-escalation sulla situazione: elementi del governo qatariota ospitati per colloqui, delegati sauditi ed emiratini contattati costantemente, incontri di alto livello tra diplomazie.
“Durante i miei recenti colloqui con le autorità del Qatar – ha sottolineato il ministro degli Esteri italiano Angelino Alfano — ho dato impulso al partenariato economico tra i due Paesi in settori strategici, con importanti investimenti nei due sensi e l’ulteriore sviluppo della collaborazione tecnologica”. L’operazione su Meridiana si inserisce nell’ambito di un rafforzamento in atto sulla partnership economica fra Italia e Qatar, che ha vede anche una forte presenza industriale italiana in Qatar: un’importante commessa nel settore della navale della difesa è stata chiusa a marzo, e la Salini Impregilo s’è aggiudicata l’appalto per la realizzazione della linea della metropolitana di Doha e uno dei principali stadi per i Campionati Mondiali di calcio FIFA 2022.