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Caro D’Alema, ti spiego dove sbagli su bonus e assunzioni

Non si addicono ad una personalità di grande spessore come Massimo D’Alema battute sbrigative come quelle che ha fatto a commento del bonus contributivo a favore dell’assunzione a tempo indeterminato di giovani (come previsto nel disegno di legge di bilancio 2018). Il lider maximo ha sostenuto che,  quando cesseranno gli incentivi, i datori provvederanno  a licenziare i neo-assunti. Nessun datore di lavoro assumerebbe solo per incassare gli sconti. Questa elementare verità è provata anche dal fatto che le aziende hanno preferito  continuare  ad assumere, in prevalenza ,  a termine – caricandosi di maggiori  oneri – anche quando gli incentivi per le assunzioni e le trasformazioni  a tempo indeterminato – nel 2015 e per un triennio – erano assai più significative di quelle proposte ora.

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Avvicinandosi la fine della legislatura Pier Carlo Padoan (Schioppan) ha messo su un po’ di grinta. Ha risposto per le rime alle critiche di Susanna Camusso sulla manovra di bilancio ed ha tenuto duro agli assalti alla riforma Fornero attraverso il  blocco dell’aggancio automatico dell’età pensionabile  all’attesa di vita. Questa partita, però, è ancora tutta da giocare in Parlamento, perché se il Governo ha evitato le mance elettorali  non è detto che le forze politiche siano disponibili a fare altrettanto, giovandosi del can can dei talk show che accompagnerà l’iter del disegno di legge.

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Lo diciamo con grande chiarezza: destinare un miliardo all’anno alle pensioni (a tanto è stimato il costo dell’operazione blocco voluta dai sindacati) a fronte di appena 380 milioni destinati alle imprese e al lavoro, non sarebbe stato solo sbagliato, ma iniquo ed immorale.

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Si dice che le donne siano le principali nemiche delle altre donne. Sbaglierò, ma io apprezzo le signore che a quelle che denunciano in coro di aver subito molestie, ricordano  con franchezza che non erano obbligate ad accettarle.


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