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Ecco chi guida con Google la campagna per le auto senza conducente

La campagna sulla mobilità driverless promossa da Google – o meglio, da Waymo, il suo spin off per la guida autonoma – acquista un nuovo senso di urgenza alla luce dei dati appena pubblicati dal dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti: anche nel 2016, come nei due anni precedenti, gli incidenti mortali sulle strade americane sono aumentati. La guida autonoma è dunque molto più che una moda per sentirsi “tecnologici”: “È fondamentale per il nostro futuro”, una promessa di sicurezza per gli utenti della strada, afferma Waymo.

GUIDA AUTONOMA? PARLIAMONE

Non che la campagna condotta dall’azienda di Google con il National Safety Council e altri partner dimentichi gli aspetti “cool” della tecnologia. Ma la sicurezza resta in primo piano. “Immaginate di entrare nella vostra macchina direttamente sul sedile posteriore e poter partire solo spingendo un pulsante”, si legge sulla pagina dell’iniziativa, intitolata “Let’s Talk Self-Driving”. “Non dovete guidare, è la macchina il vostro nuovo autista e si occuperà di tutto, guardando e vigilando al posto vostro. Ci muoveremo in modo sicuro e la guida distratta o sotto l’effetto dell’alcol diventeranno un ricordo del passato”.

ELIMINARE L’ERRORE UMANO

Nel 2016, negli Stati Uniti si sono registrati 37.461 morti sulle strade: molte sono legate alla guida in stato di ebbrezza, all’eccesso di velocità e al mancato uso delle cinture di sicurezza. L’errore umano è responsabile del 94% degli incidenti d’auto, conferma la campagna di Waymo, e molti scontri anche fatali nascono dallo sconsiderato utilizzo dello smartphone per chattare e messaggiare mentre guidiamo. “Ogni 7 secondi, qualcuno resta ferito in un incidente stradale”, si legge sul sito di “Let’s Talk Self-Driving”.

PIÙ AUTONOMIA PER LE PERSONE

Le aziende e associazioni che hanno aderito alla campagna invitano gli utenti a esprimere la loro opinione e ad alimentare il dibattito, anche con l’hashtag #letstalkselfdriving. Uno dei temi chiave della guida driverless è legato al miglioramento della qualità della vita: la Foundation for Senior Living, che è tra gli sponsor dell’iniziativa, ricorda che ci sono 45 milioni di americani che hanno più di 65 anni e l’80% vive in aree non raggiunte dai mezzi pubblici; in più, il 51% degli americani over-75 vivono da soli: l’auto driverless diventa un alleato prezioso. Un altro sponsor di “Let’s Talk Self-Driving” è la Foundation for Blind Children, che rappresenta i giovani non-vedenti: per loro l’auto autonoma vuol dire finalmente l’occasione di avere la macchina e girare, è il caso di dirlo, autonomamente.

OBIETTIVO ZERO RISCHI

La East Valley Partnership rappresenta invece il punto di vista di chi è costretto a percorrere lunghe distanze per andare in ufficio: anche qui la qualità della vita e la sicurezza migliorano perché la self-driving car libera tempo che possiamo dedicare a leggere, guardare un film, terminare un lavoro oppure riposare, parlare con un amico in macchina con noi e anche usare il cellulare senza rischi.

L’iniziativa per diffondere la conoscenza dell’auto driverless tra il pubblico ha il sostegno anche dell’associazione Madd che raccoglie le mamme che si battono contro la guida in stato di ebbrezza, che ha causato 10.500 morti l’anno scorso negli Usa. Tutte evitabili.

(Articolo pubblicato su l’Automobile, la testata diretta da Alessandro Marchetti Tricamo ed edita da ACI)

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