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Chi tifa di più per la Green economy

La Green economy è molto popolare tra gli italiani ma poco frequentata dai politici. Paese reale e politica sembrano seguire, su questo tema, due percorsi paralleli: da una parte i cittadini ritengono l’economia verde un driver di sviluppo, dall’altra i leader politici restano distanti da questi argomenti, tanto che solo il 3% delle loro dichiarazioni nei tg nazionali, fatte tra gennaio e luglio di quest’anno, hanno toccato i temi della green economy: energie rinnovabili e risparmio energetico, cambiamenti climatici, riciclo dei rifiuti ed economia circolare, mobilità sostenibile, agricoltura biologica, biodiversità. Berlusconi, Bersani, Di Maio, Meloni e Salvini non hanno mai parlato di questi temi; Renzi soltanto nell’1% delle sue dichiarazioni; Gentiloni, forse  anche per i suoi trascorsi, nel 7%.

Al contrario,  9 italiani su 10 la ritengono importante per lo sviluppo del Paese. Misure relative al clima e all’energia incontrano un consenso quasi unanime: il 64% dei nostri concittadini si dice disponibile a consumare energia da fonti rinnovabili anche a costi maggiori; 7 su 10 vorrebbero veder aumentare la diffusione dei prodotti biologici. Particolare attenzione viene riservata alla mobilità sostenibile: incremento delle piste ciclabili e vendita di auto ibride ed elettriche.

Lo rivelano due ricerche realizzate per la Fondazione Sviluppo Sostenibile, una dall’Osservatorio Sviluppo Sostenibile e Ambiente nei Media e l’altra da Demetra opinioni, che verrà presentata agli Stati Generali della Green Economy, il prossimo 7 novembre a Rimini nel corso di Ecomondo. L’appuntamento di Rimini avrà al centro proprio un “Programma per la transizione alla green economy” che verrà proposto alle forze politiche e ai candidati in vista delle prossime elezioni politiche.

“La green economy caratterizza ormai una parte importante dell’economia italiana – ha dichiarato il Presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile Edo Ronchi – ma stenta ad entrare fra le priorità dell’agenda dei leader politici italiani. Con l’iniziativa della proposta dei 10 punti del Programma per la transizione alla green economy che sarà presentato a Ecomondo, si offre alle forse politiche e ai candidati, in vista delle prossime elezioni politiche, l’opportunità di recuperare il ritardo e migliorare le loro proposte programmatiche. L’obiettivo generale dovrebbe essere quello di rafforzare nel nuovo Parlamento e nell’azione del nuovo Governo, le politiche per lo sviluppo della green economy che sarebbero impostanti per cogliere le grandi potenzialità green dell’Italia e assicurare uno sviluppo sostenibile con più occupazione e una migliore qualità della vita”.

Questo atteggiamento nei confronti della green economy, ricorda ancora Ronchi, non è generalizzato a livello internazionale. Il Presidente francese Emmanuel Macron, ad esempio, ha posto tra le sue priorità la “transition ecologique” e il Segretario cinese Xi Jimping, secondo Bloomberg News, al Congresso del partito comunista cinese della settimana scorsa, ha parlato, nel suo Rapporto, più di ambiente (89 volte) che di economia (70 volte).

A casa nostra, invece, tre temi fanno la parte del leone in bocca ai politici: la politica interna (35%), l’immigrazione (16%) e l’economia (13%). Stessa sorte si riscontra nei twitter dei sette leader presi in esame: tra le 10 parole più presenti, non c’è mai nè green economy, né ambiente. Eppure i nostri leader  sono molto attivi su twitter: Matteo Salvini, ad esempio, nei sette mesi presi in considerazione dalla ricerca, ha fatto ben 3.306 tweet; Matteo Renzi 565 e Luigi di Maio 529.

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