Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Chi sono e come si muoveranno gli ex leghisti anti Salvini

È nato il Movimento Grande Nord. Cosa sarà – e, soprattutto, se sarà grande davvero – è ancora presto per dirlo, ma di certo il partitino sembra avere le carte in regola quantomeno per infastidire Matteo Salvini in vista delle regionali in Lombardia, e forse anche delle politiche.
La notizia è che sabato 7 ottobre all’Hotel dei Cavalieri di Milano si svolgeranno gli stati generali del partito, nato su iniziativa di un manipolo di ex leghisti, fuoriusciti – o in qualche caso epurati – in concomitanza con la scalata a via Bellerio da parte di Salvini.

CHI SONO I FONDATORI

Il leader, oltre che presidente, è Roberto Bernardelli (in foto), imprenditore nel ramo alberghiero (l’Hotel dei Cavalieri è suo) con un passato di militante nel Carroccio, anche in Parlamento. Ci sono poi i coordinatori regionali, fra cui spiccano il lombardo ex capogruppo leghista alla Camera Marco Reguzzoni, l’alessandrino ex europarlamentare Oreste “Tino” Rossi e il veneto Luca Azzano Cantarutti, ex deputato e avvocato difensore degli indipendentisti del “tanko”.

IL PARTITO DEL NORD

L’impianto del progetto politico è liberale e federalista e riprende le teorie di Gianfranco Miglio: 3 macroregioni (Nord, Centro, Sud) con un significativo grado di autonomia. Un struttura di partito snella, con un circolo territoriale in ogni comune (questo almeno è l’obiettivo) e un direttivo centrale che possa scavalcare le decisioni delle sezioni solo in caso di contrasti e contestazioni. “Per il momento il Grande Nord ha 44 circoli operativi e oltre 2000 iscritti” informa Tino Rossi. Sedi, per ora, nessuna, anche perché i soldi sono quelli che sono. C’è anche un giornale online, l’Indipendenza Nuova.

I RAPPORTI CON LA LEGA

A pochi mesi dalle politiche, il progetto, visto da fuori, sembra nato apposta per fare lo sgambetto a Salvini, erodendo al nord i consensi dei nostalgici di Umberto Bossi. Non sono pochi i leghisti della prim’ora che non hanno digerito lo scollinamento del segretario oltre la linea Gotica, per andare a caccia di voti al centro e al sud al grido di “prima gli italiani”. Per molti, prima ancora degli italiani, viene sempre il Nord: a loro si rivolge il partito di Bernardelli.
I rapporti dei vertici di Grande Nord con i salvianiani, neanche a dirlo, sono pessimi. Ci sarebbe addirittura un diktat della segreteria del Carroccio: chi parla con Bernardelli e soci è fuori dalla Lega. Almeno questo è quanto afferma, sibillino, Tino Rossi: “Se parliamo con i leghisti? Sì, con molti di loro, ma non posso fare nomi, altrimenti li espellono”.

I RAPPORTI CON FORZA ITALIA

Strategia della zizzania? Forse, ma intanto i “nordisti” qualche grattacapo a Salvini possono causarlo davvero. E, viceversa, possono fare molto comodo a Forza Italia, e nello specifico a Silvio Berlusconi. Non è un mistero che uno dei piani (non l’unico) del Cavaliere sia ricostituire il centrodestra “storico”, secondo la vecchia formula Forza Italia-Lega. Berlusconi lo farebbe. A condizione, naturalmente, di essere lui il leader. Il problema si chiama Salvini. Ecco perché da ambienti forzisti si guarda con un certo interesse al progetto del Grande Nord, forse anche in un’ottica di coalizione. Lo conferma Tino Rossi: “I rapporti con Forza Italia? Ottimi: qualcuno dei nostri coordinatori, per esempio a Novara, proviene proprio da lì. Ma noi parliamo pure con i centristi e con la sinistra”. E poi c’è la Lega: “Se Salvini dovesse porre un veto nei nostri confronti, vorrà dire che andremo in contrasto…”.

ROSSI: “IN LOMBARDIA CORRIAMO DA SOLI”

Questo un quadro futuribile per le future alleanze. Ma prima che ciascuno si schieri apertamente bisogna aspettare che i tempi siano maturi. E soprattutto che la legge elettorale sia definita.
Nel frattempo, però, la Lega è nel mirino. “Quello che faremo alle politiche verrà deciso dopo gli stati generali del 7 ottobre – annuncia Rossi – Posso dire che alle regionali in Lombardia (la prossima primavera, ndr) presenteremo un nostro candidato governatore. La nostra priorità, ora, è contarci a capire quanto valiamo. Quando avremmo 4-5mila iscritti e 2-300 circoli sarà tutto più chiaro”.

×

Iscriviti alla newsletter