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Mps, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm e non solo. Come vanno i conti delle banche italiane

Carlo Messina e Gian Maria Gros-Pietro

Quasi 5 miliardi: a tanto ammonta l’utile netto dei primi 13 gruppi bancari al 30 giugno scorso. Un dato che però risente di due elementi straordinari, ovvero il contributo statale di 3,5 miliardi di euro a Intesa Sanpaolo per l’acquisto di Popolare Vicenza e Veneto Banca e i 4 miliardi di rettifiche su crediti contabilizzati da Montepaschi e previsti per la cessione degli Npl. A fare i conti in tasca ai maggiori istituti di credito italiani, capeggiati ovviamente da Intesa Sanpaolo e Unicredit, è il centro studi della Uilca “Orietta Guerra”. Rispetto allo stesso periodo del 2016 crescono anche le commissioni nette, +5,9%, mentre scendono il margine d’interesse (-2,8%), i ricavi (-2,5%) e i costi operativi (-1%) favoriti dal calo delle spese del personale (-1,6%) e da quelle amministrative (-1%).

UTILE NETTO

In totale l’utile netto arriva a 4,7 miliardi, raddoppiando quasi la performance dei primi sei mesi dello scorso anno quando si era fermato a quota 2,5 miliardi. A farla da padrone Unicredit, 1,8 miliardi, e soprattutto Intesa Sanpaolo che, forte dei 3,5 miliardi ricevuti per l’operazione deliberata a giugno, arriva a 5,2 miliardi. In forte calo Montepaschi, -3,2 miliardi; in rosso pure Credito Valtellinese, -195 milioni dai 19 milioni di un anno prima, e Banca Carige, -155 milioni. In territorio positivo tutti gli altri gruppi: Ubi (696 milioni); Cariparma (131 milioni), Popolare Emilia Romagna (119 miliardi), Credito Emiliano (101 milioni), Banco Bpm (94 milioni), Popolare di Sondrio (56 milioni), Banco Desio (18 milioni) e Volksbank (11 milioni).

tabella utile netto

MARGINE D’INTERESSE

Dai quasi 14 miliardi del primo semestre 2016 il margine d’interesse arriva a 13,3 miliardi (-2,8%) con Unicredit a 5,2 miliardi (-1,6%) e Intesa Sanpaolo a 3,6 miliardi (-1,8%) che fanno segnare comunque le performance migliori. Decrementi oltre il 10% per Montepaschi (904 milioni) e Carige (141 milioni), meno rilevanti per Cariparma (-2% a 462 milioni), Ubi (-2,6% a 745 milioni), Banco Bpm (-3,1% a 1 miliardo), Popolare di Sondrio (-3,3% a 239 milioni), Popolare dell’Emilia Romagna (-3,4% a 570 milioni), Banco Desio (-4% a 115 milioni), Credito Valtellinese (-5,9% a 199 milioni). Margine d’interesse in aumento solo al Credito Emiliano (+4,8% a 237 milioni) e Volksbank (+12,7% a 78 milioni).

tabella margine d'interesse

COMMISSIONI

Buone notizie dalle commissioni che crescono del 5,9% e salgono a 10,9 miliardi. Nella parte alta della classifica ci sono sempre Intesa Sanpaolo a 3,7 miliardi (+5,8%), Unicredit a 2,9 miliardi (+6%), Banco Bpm a 1 miliardo (+15,7%), Montepaschi a 858 milioni (-8,8%) e Ubi a 761 milioni (+14,1%). Molto distaccati seguono Cariparma a 370 milioni (+9,2%), Popolare Emilia Romagna a 359 milioni (+0,3%), Credito Emiliano a 260 milioni (+9,8%), Popolare di Sondrio a 148 milioni (+3,6%) Credito Valtellinese a 142 milioni (+4,5%), Carige a 123 milioni (-1,9%), Banco Desio a 80 milioni (+7%) e Volksbank a 43 milioni (+9,3%).

tabella commissioni

RICAVI

I ricavi scendono in totale del 2,5% a 28,1 miliardi con Unicredit e Intesa Sanpaolo che da soli ne possiedono oltre la metà, rispettivamente 9,6 e 8,5 miliardi, ma che fanno registrare una flessione rispettivamente del 2,5% e dell’1%. A seguire Banco Bpm con 2,3 miliardi (-0,4%), Montepaschi (che mostra il calo maggiore,-21%) con 1,8 miliardi, Ubi con 1,7 miliardi (+9,4%). Poco sopra il miliardo troviamo Popolare Emilia Romagna (-3,6%) e poi, ben lontani, Cariparma (865 milioni, +0,8%), Credito Emiliano (586 milioni, con +8% il maggior aumento dopo il +9,4% di Ubi), Popolare di Sondrio (443 milioni, +6%), Credito Valtellinese (365 milioni, -7,7%), Carige (297 milioni, -14,4%), Banco Desio (209 milioni, -0,6%) e Volksbank (139 milioni, +7,9%).

tabella totale ricavi

COSTI OPERATIVI

Tra le voci precedute dal segno meno ci sono anche i costi operativi che flettono dell’1% e arrivano a 16,4 miliardi. Il gruppo che sostiene più spese è Unicredit che per far andare avanti la sua attività impiega 5,7 miliardi con una variazione su anno di -3,6%, seguita da Intesa Sanpaolo con 4,2 miliardi, stabile, Banco Bpm (1,5 miliardi, -5,5%), Montepaschi (1,2 miliardi, -0,9%), Ubi (1,1 miliardi, +11,5%). Nella seconda parte della classifica ci sono Popolare Emilia Romagna (628 milioni, -1,9%), Cariparma (502 milioni, +3,4%), Credito Emiliano (394 milioni, +2,9%), Carige (266 milioni, +3,9%), Credito Valtellinese (256 milioni, -2%), Popolare di Sondrio (239 milioni, +2,2%), Banco Desio (139 milioni, -1,6%), Volksbank (97 milioni, -0,5%).

tabella costi operativi 2

PATRIMONIO NETTO

Nel continuo testa a testa tra i primi due gruppi bancari del Paese a spuntarla sul fronte del patrimonio netto è Unicredit che vanta 55,1 miliardi a fronte dei 53,1 miliardi di Ca de’ Sass. Gli altri giocano tutta un’altra partita: Banco Bpm a quota 12,3 miliardi, Ubi 9,9 miliardi, Cariparma 5 miliardi, Popolare Emilia Romagna 4,9 miliardi, Mps 3 miliardi, Popolare di Sondrio 2,6 miliardi, Carige 2,1 miliardi, Credito Emiliano 2 miliardi, Credito Valtellinese 1,5 miliardi, Volksbank 879 milioni, Banco Desio 874 milioni.

tabella valore banca

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