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Che cosa rischia Giuseppe Profiti, l’ex presidente della Fondazione Bambino Gesù

Tre anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, oltre a 5.000 di multa. E’ questa la richiesta che l’ufficio del Promotore di Giustizia vaticano – l’organo che svolge, in pratica, la stessa funzione esercitata dalla procura nell’ambito del sistema giudiziario italiano – ha avanzato nei confronti dell’ex presidente della Fondazione Bambino Gesù, Giuseppe Profiti. Il quale è chiamato a rispondere dell’accusa di peculato e, in particolare, di aver distratto fondi per la ristrutturazione dell’attico di Palazzo San Carlo in Vaticano in cui ha vissuto l’ex segretario di Stato della Santa Sede Tarcisio Bertone. Per l’ex tesoriere della Fondazione Massimo Spina il Promotore ha chiesto invece “l’assoluzione per insufficienza di prove“.

LA SENTENZA

Delle accuse che pendono su Profiti se ne saprà, comunque, qualcosa di più il 14 ottobre quando è attesa la sentenza del triunale. Nel corso dell’udienza di sabato prossimo, infatti, verranno sentiti gli avvocati dei due imputati ed eventualmente – qualora ne facciano richiesta – anche Profiti e Spina. A seguire si riunirà la Camera di Consiglio al cui termine sarà emessa la pronuncia.

L’ACCUSA

Secondo l’accusa, il processo ha fatto emergere “una vicenda desolante, caratterizzata da opacità, silenzi, pessima gestione della cosa pubblica“. Per il Promotore di Giustizia aggiunto Roberto Zanotti, Profiti come “è incorso in un vizio di eccesso di potere“, “ha utilizzato male le sue potestà gestionali” e pur agendo “apparentemente in conformità delle legge” non ha tenuto conto che “le scelte dovevano essere rispettose dei limiti interni“, “dell’interesse pubblico“, “della logica e dell’imparzialità“. In questo senso lo stesso Zanotti si è detto convinto che il fatto “non sia in dubbio“: a suo avviso, insomma, quei 422.000 euro della Fondazione sono stati davvero destinati  alla ristrutturazione dell’appartamento del cardinal Bertone. Peraltro – secondo l’accusa – queste risorse non sono servite per l’attività di raccolta fondi come invece ha affermato la difesa. Ad avviso del promotore l’appartamento “non è mai stato utilizzato né da Profiti né dal nuovo presidente” per questi scopi.

LA VERSIONE DELL’ATTUALE PRESIDENTE

All’udienza di martedì scorso ha testimoniato pure l’attuale presidente del Bambino Gesù, Mariella Enoc, per la quale l’ex segretario di Stato vaticano “non era d’accordo” con l’iniziativa di Profiti. “Quando incontrai il cardinal Bertone mi disse che che non era a conoscenza né d’accordo con questo tipo di operazione“, ha dichiarato Enoc, per la quale la vicenda ha provocato “un danno gravissimo” alla Fondazione e all’ospedale Bambino Gesù.



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