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Feltri e Salvini trumpeggiano alla presentazione del libro di Sangiuliano su Trump

Vittorio Feltri e Gennaro Sangiuliano

Con “Trump, vita di un presidente”, Gennaro Sangiuliano, vicedirettore del Tg1, chiude la trilogia dedicata ai “potenti”, iniziata con il libro su Putin e proseguita con “Hillary, vita e potere di una dynasty americana”.

Non fa però mistero che, per lui, la vera potente del trittico sia proprio la moglie dell’ex presidente Bill Clinton: “Otto signori si contendono quasi la metà della ricchezza del pianeta: sei sostengono Hillary e parlano di cosa sia politicamente corretto”. E politicamente corretto è il leit motiv dell’intero incontro. Del resto, parlando di Trump non poteva essere altrimenti. Ecco perché a Milano, alla presentazione del libro, accanto all’autore, anche Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia e il direttore editoriale di Libero, Vittorio Feltri: tre personalità che con il termine politically correct hanno avuto a che fare e si sono scontrati più volte nel corso della propria carriera.

“Intuii che Trump avrebbe vinto quando, arrivato in una cittadina rurale a tre ore da Filadelfia, in Pennsylvania, vidi contadini, allevatori e cow boy lasciare le proprie attività nei ranch per andare ad assistere, magari pagando, al comizio di quello che per i giornali italiani era solo il ‘rozzo’, ‘burino’, ‘mezzo maniaco’ avversario della Clinton” dichiara Salvini, aggiungendo una coda polemica: “In Italia dovrebbero ricordarsi che tutti hanno diritto di votare, anche chi non va nel salotto di Lilli Gruber a discettare di Kant”.

Gli fa eco Sangiuliano: “Le vere fake news non sono tanto quelle che circolano sul web ma sono quelle che i colossi dell’editoria inventano su Donald Trump”. E infatti – sostiene – nel libro è possibile scoprire un presidente americano molto diverso da quello che l’immaginario collettivo ha ormai disegnato e appiattito in un concentrato di difetti. Un Trump che ha frequentato la medesima università dell’attuale governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e che “prima di aver compiuto trent’anni aveva già costruito una fortuna, perché – puntualizza l’autore – non è affatto vero che è un ereditiero: il padre aveva sostanze assai modeste”.

Insiste sul punto anche Feltri: “Tutti conoscono Trump ma la realtà è che nessuno lo conosce realmente. Abbiamo solo i racconti dei giornali, che ne parlano malissimo, dicendo soprattutto fesserie”. Quindi, polemizza: “Il suo linguaggio arriva al cuore della gente, non come quella specie di… no, mi censuro, non come faceva il suo avversario alla Presidenza. In tutta onestà mi stupisco che Asia Argento non abbia detto di essere stata violentata anche da lui”.

Ed è stato proprio il caso Weinstein l’altro fil rouge dell’evento. Non poteva essere altrimenti, dato lo scontro assai acceso di questi giorni proprio tra il quotidiano Libero e una delle sue protagoniste, l’attrice Asia Argento. Scontro al quale poi lo stesso Feltri ha deciso di partecipare in prima persona.
“Adesso Weinstein è un orco – commenta Salvini – fino a ieri era un simbolo, soprattutto dei Democratici. Questa è solo ipocrisia. Queste le conseguenze del politicamente corretto”.

Si spinge oltre Ignazio La Russa: “Qualche sospetto sulla faccenda che ha coinvolto Asia Argento lo ho anche io. Denunciare dopo tutti questi anni… cosa dovrebbero dire, allora, le reali vittime delle violenze, le donne che vengono stuprate di notte e, se l’autore è un extracomunitario, si sentono poi dire che se la sono cercate perché magari erano andate al parco da sole?”

Trump – dice La Russa tornando al tema del libro di Sangiuliano – ha avuto il coraggio di citare Mussolini e il suo ‘meglio un giorno da leone che cento da pecora’. In Italia l’onorevole Emanuele Fiano lo avrebbe messo agli arresti. Apprezzo che lui di certe piccolezze… se ne freghi”. Quindi, dato che ormai la discussione è sfociata nella politica nostrana, Salvini aggiunge: “I prossimi brutti, sporchi e cattivi di cui Sangiuliano dovrà occuparsi in un libro saremo noi perché confido che gli italiani sapranno scegliere alle politiche chi è serio e chi non lo è, chi fa propaganda promettendo 80 euro, rilanciando magari con 90 e poi con 100 e chi pensa ai problemi della gente. Roma è invasa dai topi, venendo qui ho fatto un giro per Piazza Duomo e l’ho trovata piena di quelle ‘risorse’ che farebbero felici gli amanti del politicamente corretto. Ma noi stiamo arrivando”.

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