Iniziano da oggi le audizioni parlamentari dei sindacati metalmeccanici sulle prospettive occupazionali del gruppo Ilva.
LE DATE E GLI ORARI DELLE AUDIZIONI PARLAMENTARI
I segretari generali di Fim, Fiom e Uilm saranno alle ore 15.00 presso la Commissione delle Attività produttive del Senato della Repubblica. Domani, alle ore 14.30 Marco Bentivogli, Francesca Re David e Rocco Palombella varcheranno di nuovo il portone di Palazzo Madama per andare a riferire in Commissione lavoro. Giovedì 19 ottobre, invece, i tre leader sindacali entreranno nel Palazzo di Montecitorio per rivolgersi ai membri della Commissione Attività produttive della Camera dei deputati.
LA PROPOSTA DELLA LEGGE SPECIALE
La Uilm si è contraddistinta nei giorni scorsi per una proposta avanzata pubblicamente da Rocco Palombella e ripresa con ampio risalto dal Corriere della Sera. L’ipotesi avanzata dal capo delle tute blu della Uil è stata quella di una legge speciale che consenta di prepensionare i lavoratori Ilva in esubero. Se 4.200 dipendenti risultassero in esubero il Governo potrebbe prendere in considerazione altrettanti prepensionamenti con i benefici della legge Amianto, considerato che le bonifiche non sono state ancora fatte. Fosse anche necessaria una legge speciale per Taranto e Genova.
AM INVESTCO ITALY E L’ILVA
E’ bene ricordare che il 4 dicembre 2015 un decreto legge ha disposto la procedura per il trasferimento dei complessi aziendali di Ilva; il 5 giugno 2017, con decreto del ministero allo Sviluppo economico la AM InvestCo Italy (cordata formata da ArcelorMittal e Marcegaglia) si è aggiudicata la gara per l’acquisizione del gruppo Ilva; Il 20 luglio 2017 si è tenuto, sempre presso il dicastero dello Sviluppo economico, un incontro tra le organizzazioni sindacali ed i rappresentanti di ArcelorMittal Europe con la presentazione delle linee guida del piano industriale per il rilancio del gruppo Ilva e della sua integrazione con il gruppo Arcelor Mittal, investimenti industriali ed ambientali previsti ed i livelli occupazionali.
IL PIANO INDUSTRIALE OPERATIVO FINO AL 2024
Il Piano industriale, valido dal 2018 al 2024, presentato dai nuovi acquirenti, prevede per la nuova Ilva, nella prima fase, una produzione di acciaio grezzo di 6 milioni di tonnellate annue con gli attuali altoforni (Afo 1-2 e 4) ed il rimanente fabbisogno di bramme/laminati con prodotti provenienti da altri stabilimenti AM. Nello stesso arco temporale l’investimento complessivo sarà di 4,2 miliardi di euro, di cui circa 1,137 miliardi per l’ambientalizzazione e 1,25 miliardi per gli investimenti tecnici. Alla realizzazione del piano ambientale (prevista per il 2023, ndr), l’AFO 5 verrà riattivato per raggiungere una produzione di 8 milioni di tonnellate a Taranto ed un complessivo di prodotto finito pari a 9,5 milioni di tonnellate e con un organico complessivo per l’intero gruppo di 10.000 addetti rispetto agli attuali 14.200. Il piano in questione prevede, inoltre, la realizzazione, a Taranto di un centro di Ricerca e Sviluppo che potenzierà la qualità dei prodotti e ne amplierà la gamma attraverso l’accesso a tutte le proprietà intellettuali di ed al know-how di ArcelorMittal. Sono, infine previsti gli interventi di ammodernamento degli impianti di Genove e Novi Ligure e sono confermate le missioni produttive degli altri centri di trasformazione e logistica.
LE RISERVE DELLA UILM
Sempre la Uilm, rispetto al suddetto Piano, ha espresso diverse riserve. Per esempio, che si dovrebbero anticipare gli interventi ambientali per i quali si dovrebbero prevedere tempi più ristretti di realizzazione, anche per anticipare la risalita della produzione di acciaio grezzo rispetto al 2024.Inoltre, occorre tener conto che la determinazione dei livelli occupazionali previsti dal piano che evidenzia una contraddizione fra il decremento degli attuali addetti rispetto ad una previsione di incremento della produzione. Il gruppo Ilva nell’anno 2012 ha prodotto 8,3 milioni di tonnellate di acciaio, disponendo di un organico di oltre 14.500 addetti. I metalmeccanici della Uil hanno respinto la dichiarazione di esuberi e richiesto il passaggio di tutti i lavoratori nella nuova società subentrante alla vecchia proprietà.
LA COMUNICAZIONE DELLA PROPRIETA’
Il 6 ottobre scorso la società AM InvestCo ed i Commissari straordinari hanno inviato la comunicazione ai ministeri interessati ed alle organizzazioni sindacali per il trasferimento di Ilva in AM. Nella comunicazione hanno indicato come condizioni per l’assunzione dei lavoratori: il passaggio di soli 10mila lavoratori determinando, di fatto, l’esubero dei rimanenti 4.200 dipendenti; il passaggio dei lavoratori senza il mantenimento dei livelli retributivi, di inquadramento e di anzianità lavorativa per tutti i lavoratori, con una perdita di retribuzione stimata in circa 7000 euro lordi l’anno; il passaggio dei lavoratori solo a condizione di “rinuncia” a far valere nei confronti delle società ogni pretesa connessa a qualsiasi titolo I sindacati metalmeccanici hanno respinto questa impostazione ritenendola non vincolante per l’apertura del confronto e per il raggiungimento di un accordo sindacale.
LO STOP DEL 9 OTTOBRE
Il 9 ottobre si sarebbe dovuto tenere il primo incontro tra le organizzazioni sindacali ed i rappresentanti di AM InvestCo Italy per addivenire ad un accordo sui livelli occupazionali “vincolante” ai fini della procedura di cessione del gruppo Ilva ai nuovi acquirenti. Ma il ministro Carlo Calenda (nella foto col viceministro Teresa Bellanova, ndr) ha rinviato l’incontro in programma ad una data da definire.
ATTESA PER LA NUOVA CONVOCAZIONE
C’è attesa, quindi, per la convocazione in sede ministeriale dei sindacati ed azienda. E’ ipotizzabile che le parti entro la settimana possano conoscere la data in cui si ritroveranno al tavolo per confrontarsi sul futuro occupazionale e produttivo dell’Ilva.