In un sondaggio tra gli elettori del centro sinistra – presentato a “Di Martedì” da Nando Pagnocelli – riguardante il leader che viene giudicato il più adatto a guidare la coalizione, Giuliano Pisapia (nella foto) è risultato buon ultimo, mentre il suo “Campo progressista”, in altri sondaggi, è dato con percentuali inferiori persino al partito animalista di Maria Vittoria Brambilla. Non male per uno che voleva essere il “federatore”.
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Se si facesse la classifica dei sopravvalutati in quale posizione sarebbe collocato Giuliano Pisapia?
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Non è la prima volta che la Banca d’Italia si trova nei guai. Ai tempi di Paolo Baffi ci furono pure degli arresti eccellenti che il Governatore poté evitare soltanto in ragione dell’età. Poi la vicenda si sgonfiò rapidamente quando ci si rese conto che l’operazione era suggerita dalla politica. Allora, vi furono, però, tanti attestati di solidarietà a Baffi ancor prima che si chiarisse la sua posizione giudiziaria. Poi la vicenda che coinvolse Antonio Fazio lo costrinse alle dimissioni (anche qualche suo stretto collaboratore finì indagato) e portò alla introduzione di un criterio temporale per la nomina a quell’importante incarico. Se non ci è sfuggito qualche passaggio anche quella storia finì in una bolla di sapone. Questi casi avevano un profilo specifico e, in qualche modo, possono essere collocati nel quadro dei rapporti che da troppi anni intercorrono tra la magistratura inquirente e le istituzioni. È ben diverso, invece, che sia una Camera a sfiduciare il Governatore della Banca d’Italia, ad opera, innanzi tutto, del partito di maggioranza che esprime e sostiene quel governo chiamato a decidere sul rinnovo del mandato. Al medesimo orientamento si poteva arrivare per vie interne, senza forzare la mano (con un’iniziativa che è sembrata un blitz improvviso ed inatteso) all’esecutivo e al presidente Gentiloni (e all’Inquilino del Quirinale?). In tal modo non si è delegittimato solamente il governo, ma anche la Banca d’Italia, una istituzione che, come ha affermato il presidente Mattarella, non può essere usata ed abusata per condurre una campagna elettorale senza esclusione di colpi.
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Sulle crisi bancarie sta indagando la magistratura ed è costituita una Commissione d’inchiesta parlamentare. Sono queste le sedi e le procedure corrette per accertare le responsabilità, ivi comprese quelle di Visco e dell’Istituto di via Nazionale. Con il voto della risoluzione del Pd (a cui il Governo è stato costretto a dare parere favorevole) vengono anticipate, ad orecchio, le valutazioni in corso negli organi competenti. In sostanza, la politica denuncia quelle mancanze che la magistratura e la Commissione non hanno ancora individuato.
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Mi considero un irriducibile avversario del M5S, ma considero patetici i tentativi di coinvolgere in inchieste giudiziarie sia Virginia Raggi che Chiara Appendino.