L’amministrazione Trump ha deciso di mantenere attivo un travel ban personale contro il presidente e Ceo delle Israel Aerospace Industries (IAI), Joseph Weiss. Il capo del gruppo aerospaziale con sede a Lod (16mila dipendenti che lavorano che si occupano di prodotti soprattutto militari) è stato tagliato fuori dagli Stati Uniti da un provvedimento specifico alzato da Barack Obama nel 2011, perché ritenuto connesso a una storia di spionaggio industriale su progetti segreti americani.
WASHINGTON NON COMMENTA
“È solo vittima dell’inerzia burocratica” ha commentato il suo avvocato, solleticando un nervo sensibile della Casa Bianca era-Trump: l’essere accomunato ai suoi predecessori. Ma a quanto pare la decisione di tenere lontano Weiss dal territorio statunitense è stata – contrariamente a diverse altre, da più puntuali a quelle macroscopiche – confermata dall’attuale amministrazione calcando la linea della precedente. Defense News, sito specializzato che più volte in questi anni ha intervistato Weiss, ha chiesto vari chiarimenti alle agenzie del governo che si occupano della questione, dal Pentagono alla Homeland Security, ottenendo un’unica risposta dal dipartimento di Stato: “Il nostro team che si occupa di questioni consolari ha esaminato attentamente la vostra richiesta. Come previsto, hanno stabilito che la Sezione 222 (f) della legge sull’Immigrazione e la nazionalità (INA) ci proibisce di discutere di singoli casi. Non c’è niente di più che siamo in grado di dire pubblicamente su questo argomento, in conformità alla legge statunitense”.
UN CASO DI SPIONAGGIO COLLEGATO AL BAN
La questione dietro alla misura sanzionatoria dovrebbe avere un nome e cognome: Steward David Nozette, fisico che ha ricevuto in passato la clearence per accedere al livello più classificato dei segreti militari (di progettazione) mentre lavorava per il Lawrence Livermore National Laboratory (struttura del dipartimento dell’Energia), per il Pentagono e per il White House National Space Council. Nozette, uno dei tanti scienziati sul libro paga della IAI col compito di promuovere negli Stati Uniti e altrove le tecnologie della ditta israeliana, nel 2009 è finito sotto l’accusa di frode ed evasione (per oltre duecento mila dollari) e, ad ottobre di quell’anno, è stato arrestato dall’Fbi. Motivo del carcere: aveva cercato di costruire un rapporto (retribuito intanto con 12mila dollari cash) con un uomo che gli si era presentato come agente del Mossad, il servizio segreto israeliano che si occupa dell’estero. Secondo le informazioni pubbliche (il caso è il No. 09-276), lui propose di “diventare un asset permanente” dell’intelligence israeliana, ossia una fonte interna agli Stati Uniti, fornendo in tre occasioni documenti classificati al presunto agente e offrendo informazioni altamente confidenziali su nuovi progetti di satelliti americani classificati Top Secret/SCI (Secure Compartmentalized Information). Costo della soffiata 2 milioni dollari, che Nozette si sarebbe messo in tasca. (Nota: Washington e Gerusalemme sono alleati di ferro, ma sembra quasi inutili ricordare che nel mondo dell’intel esistono pochi amici). Una corte federale ha confermato a Nozette la condanna nel 2011 con vari sconti di pena perché lui s’è dichiarato colpevole.
COSA DICE WEISS
Weiss ha assunto la guida dell’IAI nel 2012: Nozette non era un elemento irreprensibile come consulente, ma Weiss dice di averlo già trovato all’interno della compagnia da ben prima che ne prendesse le redini. “Devo sottolineare che l’abbiamo assunto per aiutare a promuovere la nostra tecnologia negli Stati Uniti e promuovere la cooperazione con le imprese statunitensi. Mai in nessun momento abbiamo espresso alcun interesse nell’altro senso” ha detto Weiss a Defense News a proposito di Nozette, ricordando che fu proprio lui a rescindergli il contratto. Il Ceo ha ricordato che nessuno dei capi di accusa contro lo scienziato lo tira in ballo, ma collegamenti tra IAI e Mossad sono stati citati da una deposizione dello scienziato. Secondo le fonti del sito, Weiss aveva sperato che con il cambio di amministrazione e la riapertura di un dialogo meno teso tra Stati Uniti e Israele di quello sotto Obama le cose sarebbero cambiate. Lui si lamenta che senza poter mettere piede in America (che è il mercato di riferimento per l’aerospazio) gli è impossibile adempiere “al 100 per cento” al suo incarico (anche se dice di aver trovato dei modi per ovviare) . Mesi fa la IAI aveva incaricato di fare lobby sul caso-Weiss l’American Center for Law and Justice, un’organizzazione legale americana molto vicina al partito repubblicano e guidata a Jay Sekulow, avvocato molto mediatico membro del team che Trump ha assunto alla Casa Bianca per curare le sue personali beghe legali presidenziali.
(Foto: IAI media gallery, Joseph Weiss a sinistra con il ministro della Difesa israeliano Moshe Yaalon)