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Vi racconto i balletti del Pd di Renzi sui referendum in Lombardia e Veneto

Ma il Pd  ha una propria linea o continua ad imitare quella degli altri partiti e movimenti? A volte si infila sotto il tavolo dei populisti (ad esempio, con il disegno di legge Richetti sui vitalizi e con la mozione su Bankitalia) nella speranza che gli resti qualche osso da spolpare. In altri casi, come nel referendum lombardo-veneto di domenica, una parte importante di quel partito (le strutture delle regioni in cui si è votato) si  è accodata alla Lega Nord e alle altre forze di centrodestra, capovolgendo completamente l’impostazione centralistica contenuta nella legge Boschi di revisione della Carta costituzionale. È vero che alcuni esponenti dem hanno criticato – tardivamente – quella (inutile?) esibizione muscolare. Ma, in politica, quando si vota in un referendum, chi è contrario lo dimostra attraverso la campagna elettorale. Non si limita a stare alla finestra e ad accorgersi, il giorno dopo, di quanto è accaduto. Del resto, a parte le procedure, non mi pare ci sia una differenza sostanziale tra il governatore “rosso” e quelli “verdi”.

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Un padre di Conegliano ha stuprato per ben otto anni la propria figlia minorenne, consentendo di abusarne anche agli amici del bar. Essendo intervenuta la prescrizione, questo signore non ha fatto neppure un giorno di galera. Ovviamente la cosa ha suscitato scandalo ed indignazione dei soliti “giustizialisti”. Eppure si trattava solo di una banale violenza ripetuta per anni (certo, è spiacevole che la vittima fosse la figlia bambina, ma in fondo restava tutto in famiglia); non di un gravissimo traffico di influenze per un appalto dei servizi di pulizia di una bocciofila.


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