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L’Ulivo in sedicesimo di Matteo Renzi

Il governo Gentiloni sta facendo ciò che può, ma ciò che può è poco. Per altro verso, il Pd continua a balbettare. Il suo segretario si affida a Prodi vinavil, ma per attaccare cosa ancora non è chiaro. L’ex premier continua a perdere consensi (non solo tra i giovani), ma sembra non curarsene. Emanuele Macaluso ama ripetere che il Pd non è un partito, ma un agglomerato politico-elettorale. Forse ha ragione, ma non è questo il punto. La verità è che ancora non si capisce (almeno chi scrive non capisce) cosa voglia fare da grande: rilanciare la sua vocazione maggioritaria, o -come sembra, grazie anche a quel capolavoro dell’ingegno politico che si chiama Rosatellum- acconciarsi mestamente alla riedizione di un Ulivo in sedicesimo con Giuliano Pisapia?

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La Cgil chiede l’abolizione dell’automatismo che lega l’età di pensionamento alla speranza di vita. Si tratta di un meccanismo iniquo e che penalizza l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, ha tuonato Susanna Camusso. Facciamo finta che sia vero. Allora devono però spiegare perché non chiedono l’abolizione degli automatismi salariali (scatti di anzianità) e promozionali (passaggi di qualifica), previsti nei più importanti contratti collettivi nazionali. In alcuni paesi europei, come Germania e Olanda, gli scatti di anzianità sono stati convertiti in quote salariali erogate in relazione alla esperienza e alla professionalità dei lavoratori, più che alla loro anzianità di servizio. Si è quindi puntato su una maggiore corrispondenza tra professionalità effettiva e progressione economica e di carriera. Inoltre, “le somme corrisposte a questo titolo potrebbero essere assoggettate a un regime fiscale e contributivo di vantaggio, in modo da contribuire a ridurre ancora di più il divario tra costo del lavoro e produttività” (Davide Serra, Bollettino Adapt, 21 novembre 2016). Ora, poiché credo che sia difficile distinguere tra automatismi ingiusti e automatismi virtuosi, non resta che prendere atto di una stridente doppiezza nella cultura rivendicativa della confederazione di Corso d’Italia. Si può anche capirla sul piano politico (la maggioranza dei suoi iscritti sono pensionati); ma sarebbe almeno auspicabile un linguaggio meno populista e meno moralistico quando si invocano le ragioni della giustizia sociale nella difesa degli anziani e dei più deboli.

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A Ostia i sostenitori di CasaPound non si sono persi in questi anni nemmeno una puntata del trono di Spada.


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