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Che bel tempo che fa da Fabio Fazio con Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi e la tv, un rapporto simbiotico che dura da oltre 40 anni. Non solo nelle vesti di creatore delle reti Mediaset, ma anche di showman durante le interviste. Le sue ospitate hanno sempre fatto notizia, soprattutto quando ha giocato in trasferta, “in casa del nemico”. Per questo c’era grande attesa per l’appuntamento di ieri sera da Fabio Fazio a Che tempo che fa e l’effetto Berlusconi si è fatto sentire: l’intervista al leader di Forza Italia è stata vista da 3 milioni 921 mila spettatori con uno share del 14,9%. Rispetto alla settimana precedente circa mezzo milione di spettatori in più e la crescita di un punto e mezzo di share (1,6).

Sorriso smagliante e (immancabili) fogli in mano, l’ex Cavaliere ha ricordato a molti quello del 1994, all’epoca della discesa in campo con una videocassetta autoprodotta e poi distribuita alle tv. Erano i tempi delle interviste al Tg4 di Emilio Fede e delle apparizioni da Bruno Vespa a Porta a Porta dove fu firmato il famoso contratto con gli italiani. Ben diversi sono stati i rapporti con tanti altri conduttori: nel 2002 Berlusconi arrivò a denunciare quello che, a suo dire, era stato un “uso criminoso” della tv pubblica da parte dei giornalisti Enzo Biagi e Michele Santoro e del comico Daniele Luttazzi, scatenando una bufera mediatica senza precedenti e la locuzione di “Editto Bulgaro”.

Celebri anche gli scontri in tv: nel 2006 il confronto con Lucia Annunziata dura soli 20 minuti con Berlusconi che si alza e se ne va, indignato. Alla base della lite le interruzioni della conduttrice durante le lunghe risposte dell’allora presidente del Consiglio. Situazione simile, nel 2012, durante L’Arena di Massimo Giletti, con il leader di Forza Italia che si alza un paio di volte in piedi, minacciando di andarsene, perché il conduttore lo interrompe. Da consumato attore anche alcuni gesti: nel 2013 finge di dare un pugno a Giovanni Floris, ma poi lo abbraccia, mentre da Santoro a Servizio pubblico pulisce con un fazzoletto la sedia di Marco Travaglio, prima di accomodarsi.

Indimenticabili alcune telefonate durante le dirette tv. Nel 1993 il botta e risposta è con Biscardi: “Non rispetto chi dice falsità (in riferimento all’assegnazione delle frequenze per il Giro d’Italia ndr)”, “Evidentemente per lei il pluralismo è un optional”, mentre nel 2010 nel mirino di Berlusconi c’è Floris che sta affrontando la questione rifiuti in Campania. “Siete prepotenti e i soliti mistificatori ma questa è una tecnica che con me non funziona perché se permette di tv ne so io più di lei”. Parole di fuoco anche indirizzate a Gad Lerner durante una puntata de L’infedele, definito un “incredibile postribolo televisivo, con una conduzione spregevole, turpe e ripugnante”. Ben altra accoglienza invece, in casa, a Domenica Live, con Barbara D’Urso nelle vesti di spalla dell’ex premier che spazia su tutti i campi in una lunga, criticata, intervista-monologo. A gettare benzina sul fuoco anche un fuorionda con Berlusconi che si rivolge alla conduttrice durante una pausa pubblicitaria dicendole “poi mi domandi…”.

Episodi che fanno venire in mente una frase di un collaboratore dell’ex Cavaliere, riportata nel libro “Silvio Berlusconi: televisione, potere e patrimonio” scritto nel 2004 da Paul Ginsborg, docente di storia presso l’Università di Firenze: “La televisione si sposa perfettamente con la sua personalità, gli ha dato ispirazione perché la rapidità del mezzo gli ha permesso di mettere in pratica tutte le idee che gli passavano per la testa. Ma dico di più: la televisione è Berlusconi”.



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