Tutti (o quasi) parlano di CasaPound. Da una parte il risultato al primo turno delle elezioni a Ostia, il record di ascolti in televisione e l’ambizione di arrivare in Parlamento. Dall’altra prima le accuse arrivate dal settimanale l’Espresso con l’inchiesta sui finanziamenti ai partiti di estrema destra in Europa, e poi quelle giunte dopo l’aggressione di Roberto Spada al giornalista Daniele Piervincenzi, episodio da cui CasaPound ha subito preso le distanze. Ma chi sono i vertici del movimento? E qual è il programma? Ecco informazioni, dettagli e polemiche.
IL BOOM DI OSTIA
CasaPound ha conquistato quasi seimila voti alle elezioni di Ostia per scegliere il nuovo presidente del Municipio X di Roma Capitale. Il candidato Luca Marsella ha ottenuto il 9 per cento dei voti in alcune zone addirittura il 20. Carlotta Chiaraluce, candidata capolista, con 1788 preferenze è diventata la più votata di tutte le liste e stabilendo il record storico del X Municipio. “Il municipio è stato abbandonato e paralizzato da due anni di commissariamento. Adesso c’è da rilanciare il turismo, il commercio e l’economia del nostro territorio”, ha commentato Marsella. “Adesso puntiamo a Montecitorio”, ha detto il vicepresidente Simone Di Stefano. Marsella ha annunciato che CasaPound vuole disertare il ballottaggio tra Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia del 19 novembre.“In questo momento in cui tutti i partiti gettano fango su Ostia e su CasaPound, rimarchiamo la nostra distanza dal centrodestra e dal M5S e invitiamo i nostri 5944 elettori a non andare alle urne al ballottaggio”.
CHI SONO I VERTICI E I MILITANTI DEL PARTITO
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Dopo il record di ascolti durante le sue ultime apparizioni in televisione, prima ospite di Corrado Formigli a Piazza Pulita su La7 e poi di Lucia Annunziata a In Mezz’ora su Rai3, Simone Di Stefano, 41 anni, diventa candidato premier alle elezioni politiche. Ma chi è ai vertici del partito? Oltre Simone Di Stefano, vice presidente di CasaPound Italia, ci sono Davide Di Stefano, rappresentante di CasaPound Roma, Andrea Antonini, vice presidente di CasaPound, Gianluca Iannone, fondatore di CasaPound, Domenico Di Tullio, avvocato di CasaPound. La showgirl Nina Moric è scesa in campo al fianco di Marsella durante la campagna elettorale di Ostia. La Moric è sicuramente il volto più noto tra i testimonial del movimento, ma ci sono tante altre donne militanti, come Carlotta Chiaraluce, mamma di 33 anni. “La mia vita è fatta di lavoro, figlio, palcoscenico e politica; una politica che non punta alla carriera, ovviamente, sennò non avrei scelto CasaPound ma qualche partito istituzionale; una politica che in un posto come Ostia si occupa di 250 famiglie italiane in piena povertà”, ha dichiarato a MarieClaire. Come lei ci sono tante altre militanti, come ad esempio Chiara Guarini Del Fiacco, Alessandra Brusoni, Emmanuela Florino e Licia Cristofoletti.
CHE COS’È CASAPOUND
La storia di CasaPound Italia inizia nella seconda metà degli anni Novanta al Cutty Sark di Roma, storico pub sul Colle Oppio. Nel 1997 nasce la band Zetazeroalfa. “Il gruppo funge da addensatore d’anime, il clan si ingrandisce e si cementa, raccontano loro stessi sul sito ufficiale. Dall’arte all’azione il passo è breve. “Il 12 luglio 2002, in via Tiberina 801, viene occupato uno stabile abbandonato che diventa così Casa Montag, prima di una lunga serie di Occupazioni non conformi (Onc)”. Il 26 dicembre 2003 viene occupato l’edificio di via Napoleone III n.8, “adibito ad Occupazione a scopo abitativo (Osa) e battezzato con il nome del poeta che cantò la bellezza e sfidò l’usura, Ezra Pound“. CasaPound diventa un tetto stabile per molte famiglie in emergenza abitativa, nonché “il cuore pulsante della Roma che non si arrende al conformismo politico e culturale veltroniano”. Intorno alla casa madre sorgono altre “mine sociali” disseminate per la capitale: Casa d’Italia Parioli, Casa d’Italia Boccea, Casa d’Italia Torrino mentre il movimento si fa notare per proposte come il Mutuo Sociale. Qualche anno dopo sorgono Area 19 e il Circolo futurista di Casal Bertone, “due palestre culturali per pensieri d’avanguardia tuttora attive”.
LA NASCITA DEL PARTITO POLITICO
La svolta politica arriva quando il Cutty Sark viene colpito da una bomba piazzata da anonimi davanti al locale. “Da qui l’idea di confrontarsi con un piano più strettamente politico ed elettorale, con la candidatura di Germano Buccolini alle regionali del Lazio nelle file di Francesco Storace e il successivo esperimento partitico che vede CasaPound entrare nella Fiamma Tricolore”. Nel 2008 nasce CasaPound Italia, “proiezione a livello nazionale dell’esperienza romana”. I numeri riportati sul sito ufficiale del partito dicono “oltre seimila tesserati e decine di migliaia di simpatizzanti, un centinaio di sedi su tutto il territorio nazionale, associazioni sportive, una web radio”. Dopo Bolzano, Lucca, Todi e tutti i risultati delle altre amministrative che si sono svolte recentemente, “il risultato di Ostia è la nuova tessera del puzzle”.
IL PROGRAMMA DI CASAPOUND
“1 – Sovranità monetaria, l’Italia deve stampare la moneta che usa. 2 – Congelamento unilaterale del debito pubblico italiano in mano a banche d’affari estere e fondi sovrani. 3 – Piano rientro del debito pubblico tramite nazionalizzazione settore RC auto, Autostrade e sottoscrizioni esclusivamente nazionali. 4 – Nazionalizzazione della Banca d’Italia e riforma bancaria che obblighi gli istituti di credito a finanziare solo economia reale. 5 – Chiusura delle frontiere europee alle merci prodotte con concorrenza sleale dalle nazioni che hanno salari e stato sociale fermi al 1800, veto per l’ingresso in UE per nazioni che non hanno salari e stato sociale accettabili. 6 – Referendum sui trattati europei e sugli accordi commerciali dell’Unione Europea. 7 – Una nuova I.R.I. in grado di salvare le aziende e i comparti strategici, un veto deciso a qualsiasi proposta di privatizzazione di E.N.I., Finmeccanica e Cassa Depositi e Prestiti. 8 – Blocco dell’immigrazione intesa come sfruttamento di manodopera pagata con salari che gli Italiani non vogliono più accettare. 9 – Abolizione del Senato, da sostituire con una “Camera del Lavoro” che garantisca la rappresentatività armonica di tutte le categorie produttive e lavorative. 10 – Nessun finanziamento pubblico alla politica. Taglio dei parlamentari e dei loro stipendi, agganciando le retribuzioni dei politici alle retribuzioni dei lavoratori dell’industria”.
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(Foto di Imagoeconomica)