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Maurizio Crozza, Walter Veltroni e io

Il voto di Ostia dimostra che anche per la destra vale la regola per cui, quando si scende sul terreno del populismo e della demagogia, l’elettorato preferisce scegliere il prototipo originale e non un sottoprodotto.

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Senza nominarmi, nel suo ultimo spettacolo Maurizio Crozza ha preso atto del suggerimento (qui le Punture di Spillo in questione) ed ha segnalato che nel romanzo di Walter Veltroni la figura della suora – che assiste il protagonista al risveglio dal coma – somiglia molto all’infermiera premurosa che aiuta l’invalido nel film ‘’E Johnny prese il fucile’’. Non si è accorto il grande Crozza che il titolo ‘’Quando’’ echeggia una celebre canzone di Tony Renis.

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“Quando’’ è una delle cinque domande che, secondo la tradizione anglosassone, un giornalista deve cercare di rispondere scrivendo un articolo a commento di una notizia. Walter Veltroni conosce questa regola. Vuol dire che, dopo il romanzo intitolato ‘’Quando’’, dobbiamo aspettarcene altri con i seguenti titoli: ‘’Chi’’, ‘’Cosa’’, ‘’Dove’’, ‘’Perché’’?

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I Social non portano bene ai sacerdoti bolognesi. Dopo il caso di quel parroco che ha aggredito a parole la ragazzina di 17 anni stuprata dopo uno ‘’sballo’’ notturno, un altro prelato, sempre della città delle Due Torri, ha messo a confronto Emma Bonino con Totò Riina, accusandola di aver procurato più morti, attraverso la pratica dell’aborto, del capo di Cosa nostra. Mi sembra una tesi insostenibile anche a voler considerare l’aborto alla stregua di un omicidio o, più correttamente, della distruzione di una vita in embrione. La legge sulla IVG è stata votata da un Parlamento, difesa da un referendum popolare, praticata dal Servizio sanitario nazionale. Certo, Emma Bonino ha sostenuto questa causa convinta di difendere un diritto della donna. Ma non ha imposto niente a nessuno o preso decisioni per contro di altri. Di ogni aborto risponde alla sua coscienza chi sceglie di praticarlo.

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Un signore si reca in una fattoria per acquistare dei prodotti a Km 0. Mentre contratta con il contadino vede passare un maiale che deambula a fatica con una gamba di legno. Stupito chiede spiegazioni al suo interlocutore il quale gli risponde che a quell’animale la sua famiglia è tanto affezionata che hanno deciso di mangiarne un pezzo alla volta. Ancor più incuriosito il cliente chiede al contadino quale nome ha dato al suino. “Legge Fornero’’ è la risposta.

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Proprio così. La riforma delle pensioni Monti-Fornero, dal 2012 ad oggi, è stata massacrata da modifiche, da rinvii e da deroghe. E’ rimasta la linea Maginot dell’adeguamento automatico dell’età pensionabile all’attesa di vita che Fornero aveva ereditato da Maurizio Sacconi, colui che insieme a Cesare Damiano ha fatto rotolare, a fine legislatura, la classica palla di neve che determina una valanga. E’ solo questione di giorni. Poi il Parlamento provvederà a congelare la norma a futura memoria.



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