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Il Pd, CasaPound e le politiche sociali

Casa Puond

A “Di Martedì” un giornalista – credo Marco Damilano – ha voluto ricordare a Matteo Orfini che, a Roma, nelle ultime elezioni comunali, la lista di CasaPound aveva preso settemila voti, mentre nelle recenti consultazioni per la sola Circoscrizione di Ostia è arrivata a quota seimila. Il fenomeno è inquietante. Al posto di alcune forze politiche di sinistra mi preoccuperei anche di un altro aspetto: che non c’è molta differenza tra i loro programmi di politica sociale e quelli di CasaPound.

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Non condivido il progetto di legge a prima firma di Emmanuele Fiano (nella foto) che arriva a proibire la produzione ed il commercio della paccottiglia del regime fascista. E trovo un po’ stupido dichiarare guerra ai monumenti del Ventennio. Ciò promesso, considero corretta la sentenza di condanna degli amministratori di Affile per il “sacrario” dedicato al Generale Rodolfo Graziani, capo di stato maggiore dell’esercito della Repubblica di Salò. I francesi non dedicherebbero mai un “sacrario” al Maresciallo Pétin, anche se gli andrebbero riconosciuti molti più meriti – almeno durante la Grande Guerra – di quelli di Graziani il quale, oltre che un gerarca fasciata, fu anche un comandate sconfitto.

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Tira un’aria fetida da “Dio stramaledica la Finlandia” dopo le affermazioni di Jyrki Katainen sulla inadeguatezza dell’impegno del governo italiano nel riportare in equilibrio i conti pubblici. Il vice presidente della Commissione europea si è accorto che l’annunciata strenua difesa dell’adeguamento automatico dell’età pensionabile e del requisito contributivo all’attesa di vita, non solo sta costando un caro prezzo in termini di contropartite, ma che non reggerà fino all’approvazione definitiva della legge di bilancio.



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