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Leonardo, ecco come si riorganizzerà all’estero con Profumo

Il rilancio di Leonardo, dopo il profit warning sui ricavi del 9 novembre scorso, passa anche per una nuova fase di riorganizzazione societaria. L’ad Alessandro Profumo, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, sta lavorando al progetto Leonardo International, che prevede l’aggregazione delle società partecipate e controllate in giro per il mondo, con l’esclusione di Leonardo MW (la One company britannica), Drs (Stati Uniti) e le joint venture come Mbda.

IL DOSSIER LEONARDO INTERNATIONAL

Il progetto è legato a doppio filo al lancio della nuova unità organizzativa Cco (Chief commercial officer), alla quale si affiancherà l’altra in fase di allestimento a piazza Monte Grappa. Si lavora, infatti, come si legge nell’ultimo ordine di servizio del gruppo, all’articolazione dell’unità Gestione società controllate/partecipate estere, proprio «tenendo conto della prevista evoluzione societaria verso un’unica realtà Leonardo International». L’unità è affidata ad Aldo Pietro Paggi e riporta a Lorenzo Mariani, il manager che Profumo ha voluto a capo dell’area commerciale. Tutto rientra nell’offensiva per rilanciare i ricavi, dopo il brusco risveglio arrivato con i conti dei nove mesi e la revisione al ribasso delle stime per l’intero esercizio 2017 (da 12 miliardi di euro a 11.5-12 miliardi di euro).

I NOMI DEI MANAGER

Nel frattempo verranno lanciate delle vere e proprie campagne strategiche per ogni linea di prodotto. A occuparsene saranno 5 manager: Salvatore Rampino per i Sistemi terrestri, Bernardo Abbrescia per i Sistemi navali, Luigi Lupoli per i Sistemi civili, Domiziano Boschi e Corrado Falco, entrambi ad interim, per i Velivoli ala fissa e i Velicoli ala rotante. Il rafforzamento internazionale sacrificato negli utlimi tre anni all’austerity dell’ex ad Mauro Moretti, non ha comunque messo all’angolo il mercato italiano, che avrà 2 figure di riferimento, Alfredo Vinciguerra come Key account Italia e Mirella Basile per le Campagne strategiche Italia.

LE NUOVE UNITA’

Altro snodo delicato per il futuro prossimo di Leonardo sarà la gestione delle gare, svolte dalle singole Divisioni in cui si articola il core business dell’ex Finmeccanica. A supportarle, Profumo ha voluto un’unità organizzativa Marketing planning & Governance e Gestione offset, affidata a Marco Marinozzi (interim), Maurice Carucci e David Claridge. Se la statunitense Drs e la one company britannica Leonardo MW resteranno fuori dalla nuova realtà societaria Leonardo International, il coordinamento commerciale di quei mercati ricade comunque sotto la Cco, «attraverso un riporto funzionale a Mariani, limitatamente alle attività di marketing e vendite». Una volta acquisite le commesse, entrerà in scena l’unità Coordinamento customer support, guidata da Umberto Panetta. Al fianco di Mariani è stata istituita anche la figura del pmo, project management officer, affidata a Francesco Moliterni.

CAPITOLO FINANZIARIO

Intanto, sul fronte finanziario Leonardo ha annunciato che la controllata Leonardo US riacquisterà uno stock di bond in dollari fino a un massimo di 200 milioni. Vi rientrano le obbligazioni 7,375% Guaranteed Notes due 2039 e 6,250% Guaranteed Notes due 2040. Lo scopo dell’operazione è ridurre il debito lordo e abbassarne gli oneri attraverso l’abbattimento dell’importo nominale delle obbligazioni in circolazione. Il termine per le offerte scadrà un minuto prima della mezzanotte, ora di New York, del 13 dicembre prossimo. Chi aderirà, riceverà un corrispettivo totale di 1.295 dollari per le Obbligazioni 2039 e di 1.190 dollari per le Obbligazioni 2040, comprensivo del premio per adesione anticipata. Per l’operazione, Leonardo ha arruolato come Joint lead dealer manager Citigroup Global Markets, HSBC, Merrill Lynch International e Morgan Stanley & Co.
I Co-dealer managers delle offerte sono invece Barclays. J.P. Morgan. Goldman Sachs & Co. MUFG e NatWest Markets. Leonardo US eserciterà anche il riscatto entro il 15 dicembre, per l’intero importo nominale in circolazione, delle Obbligazioni 2019.

(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)


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