Il Manifesto di Ventotene, intitolato “Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto”, è un documento per la promozione dell’unità europea scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Ursula Hirschmann tra il 1941 ed il 1944 durante il periodo di confino –imposto dal regime fascista -presso l’isola di Ventotene, nel mar Tirreno. Eugenio Colorni, provvide a pubblicarlo e ne scrisse la prefazione. Il Manifesto è considerato la pietra miliare del lungo e travagliato cammino verso un’Europa unita e federale. Fa impressione a tanti anni di distanza pensare ai promotori del documento, che, in cattività, nel mezzo di una guerra che seminava distruzioni, morti, stermini proprio tra le nazioni del Vecchio continente, avevano un lucida visione di un futuro che allora sembrava un’utopia.
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Il Manifesto di Ventotene, tuttavia, ha un precedente altrettanto glorioso e visionario, purtroppo ingiustamente e inspiegabilmente dimenticato. Nell’autunno del 1914, quando le atrocità della Grande Guerra erano iniziate da pochi mesi, Georg Friederich Nicolai, professore di fisiologia all’Università di Berlino e prestigioso cardiologo divulgò un Manifesto agli europei in cui gli intellettuali dell’intero continente erano invitati ad accendere la scintilla da cui scaturisse, alla fine della guerra, un’Europa unita. “Tutti coloro che Goethe un tempo chiamò profeticamente ‘buoni europei’ – era scritto – devono unire le forze per non perdere la speranza che la loro voce possa oggi stesso farsi sentire”. Il Manifesto, indirizzato a tutte le Università tedesche fu firmato soltanto da altre tre intellettuali: Wilhmlen Forster direttore dell’Osservatorio astronomico di Berlino, Otto Buek da Heidelberg e, dalla Svizzera, Albert Einstein.
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Diciamoci la verità. Il clima è cambiato per quanto riguarda la Ue e l’euro. All’inizio dell’anno i sostenitori dell’Unione e della moneta unica, sembravano dei reclusi a Ventotene intenti a giocare a Risiko per ammazzare la noia e far passare il tempo. Oggi sotto elezioni tutti, compresi i populisti e i sovranisti, sono diventati più cauti. Avvertono che i loro argomenti antieuropeisti ed antieuro rischiano di essere confinati nell’areopaghi dei Bar Sport della Penisola e a non convincere gli elettori. A pensarci bene il successo di Macron si è basato su di una intuizione molto semplice: le persone normali, i citoyens, sono migliori di ciò che si pensa di loro.
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Ritornato da Giovanni Floris a Di Martedì, Eugenio Scalfari ha continuato a ribadire la sua posizione: sono i pentastellati, non Berlusconi e il centrodestra, i nemici pubblici numeri uno. Molti di coloro che hanno condiviso le sue storiche battaglie contro il Cav. lo criticano. Ma “il fondatore” se ne fa una ragione e tira avanti per la sua strada. Scalfari sa bene che la madre dei Neville Chamberlain è sempre incinta.
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La candidatura del generale Leonardo Gallitelli a premier per il centrodestra sarà pure una fake news, ma io voglio crederla una notizia vera, dal momento che ho sempre auspicato l’intervento dei Carabinieri nel caso di vittoria elettorale del M5s.