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Mps, che cosa farà il Tesoro nel Monte dei Paschi di Stato

La commissione banche chiude il cerchio sul Monte dei Paschi di Siena. Dopo gli interventi della Vigilanza (Bankitalia e Consob, qui lo speciale) e dei vertici del Monte, questa mattina la bicamerale presieduta da Pierferdinando Casini ha ascoltato per la prima volta il Tesoro, azionista di controllo di Montepaschi, nella persona del direttore generale, Vincenzo La Via (nella foto durante l’audizione).

AZIONISTI A TEMPO DETERMINATO

Manca ancora una casella da riempire nell’indagine della commissione su Siena, quella del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che verrà ascoltato su Mps prima di Natale. Ma il dg del Mef ha comunque dato alcune indicazioni sulla strategia del Tesoro per il Monte. Tanto per cominciare, la presenza dello Stato in misura massiccia nel capitale è a tempo determinato: “L’intervento pubblico nel capitale del Monte dei Paschi è di natura temporanea e il ministero azionista dovrà cedere la partecipazione acquisita entro l’arco temporale di riferimento del piano, ossia entro 5 anni, ovvero il 2021”.

TESORO ANCORA SU NEL CAPITALE MPS

Il numero due del Tesoro ha poi confermato alcuni rumors dei giorni scorsi, ovvero la salita dell’azionista pubblico al 68% del capitale Mps, dall’attuale 53,4%. Oggi infatti termina l’offerta di scambio con gli obbligazionisti colpiti dal burden sharing, lo scorso anno, cui lo Stato ha riservato bond più sicuri in cambio di azioni. E oggi La Via ha confermato il successo dell’operazione, che porterà il Mef a ridosso del 70% in Monte dei Paschi.

FONDAZIONE ANCORA SOTTO ACCUSA

Di sicuro, anche il Tesoro ha voluto giocare la carta della difesa sui crack bancari, così come fatto dalla Vigilanza. E, ancora una volta, al centro del mirino finisce l’ex padrona del Monte, la Fondazione. Il ministero dell’Economia avvisò “dei forti rischi”, la Fondazione Mps nell’aumento di capitale del 2011 della banca, chiedendo all’Ente una “strategia” per ridurre la quota e la sua concentrazione. La Via ha ricordato come al Mef spetti la vigilanza sulla legittimità “e non sul merito, non si può sostituire “agli organi della fondazione che sonno responsabili degli investimenti”.

L’ATTACCO DI FORZA ITALIA

L’audizione di La Via non ha tuttavia convinto del tutto i membri della commissione, che più volte hanno sbuffato durante l’intervento del dirigente del Mef. Il più duro è stato il vicepresidente della commissione (che dalla prossima settimana si dedicherà alle 4 banche popolari fallite) Renato Brunetta (Forza Italia). “Ho stima dei civil servant di Bankitalia e Mef ma oggi sono fortemente imbarazzato da civil servant che spero, non per scarsa qualità personale, hanno dimostrato la loro inadeguatezza totale e assoluta. Questa audizione ha dimostrato la totale inadeguatezza della tecnostruttura del Mef”.

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